Normalmente in questa rubrica standard, amiamo fare domande standard, Il bello è che ogni negozio interpreta le risposte a suo modo, rendendo ogni intervista unica. Ma con Mr. Quake ciò non è stato possibile. E’ come cercare di abbracciare un tornado: Quake ti travolge e ti ribalta. Io l’ho conosciuto in rete come migliaia di persone, dove martella su Facebook come un fabbro, lancia prodotti, brand, idee… Quake viene da Latina. Dalla provincia. Con un tam tam infernale di amicizie, contatti reali e digitali il suo nome si è diffuso. Ora Quake, dalla provincia, ha lanciato un nuovo concept-store a Roma, destinato a diventare un punto di riferimento per brand emergenti e una piattaforma per realtà creative che vanno oltre i soliti schemi della logora industria della distribuzione italiana. Non solo. Quake sta mettendo la sua firma sotto una serie di negozi, in cui si respira aria nuova, per i quali fa consulenza, brand-selection e “visual” grazie al suo braccio destro Valentino Bersani.
E’ stato capace, con la sua forza, di contribuire in maniera decisiva al lancio italiano di numerosi brand. Quake, al di là della sua immagine da “cattive compagnie”, è una delle personalità con maggiore sensibilità commerciale nel settore street-fashion italiano. Inevitabile, quindi, intervistarlo.
Come e dove nasce il nome Quake?
Nasce dal mio carattere carismatico e irruento: “quake” significa brivido, terremoto.
Quando Quake realizza che il mondo della moda è il suo mondo? Quando arriva l’illuminazione?
Da molti anni navigo nel mondo della moda. La svolta dopo un viaggio a Barcellona, per il Bread and Butter. Lì ho deciso di dedicarmici al 100%, volevo spaccare, anche se venivo da una gavetta unica come ambulante di mercato.
La storia dell’ambulante è fantastica.
Per 5 anni ho venduto dalle mutande ai chiodi.
La maggior parte della gente che ha spaccato ha fatto la gavetta, si è sporcata le mani, sa cos’è la fatica…
Io sono autentico.
Non hai ereditato la boutique da mamma e papà.
No.
Sei nato nella dura provincia: Latina. Raccontami…
Sono nato a Roma, in un quartiere popolare. Ho vissuto a Roma per 20 anni. Da 15 a Latina. Per una sfida, per imporre il mio stile non omologato ho preso schiaffi da tutti con “minimi d’ordine”, imposizioni per avere i brand. Ho arricchito gli stocchisti. Ma adesso basta, faccio come dico io.
Hai una particolare rabbia per il mondo dei rappresentanti… Cosa ne pensi?
Penso che debbano fare la gavetta prima di avere la presunzione di potermi intortare. Ho sempre trovato io i brand, mai dato retta allo sfigato di turno che viene in negozio.
Cosa deve avere oggi un brand per poterti colpire e per entrare nel tuo store?
Qualità, vestibilità e una buona comunicazione alle spalle. Poi il resto è poesia mia. Non vendo bidoni, ci metto la faccia e il cuore.
Quali marchi ti hanno colpito ultimamente, sui quali vuoi puntare e consiglieresti ai tuoi colleghi del settore street-fashion?
Byg Bang. Poi Reception e BoomBap, le reputo il futuro.
Hai quasi cinquemila contatti sul tuo profilo Facebook. Paghi qualcuno o è tutto lavoro tuo?
Tutta farina del mio sacco. Devo seguire io i miei clienti. Devo sempre stupirli e accontentarli anche se mi costa molta fatica e rinunce. E’ una formula Quake, non da tutti.
Quando hai capito che Facebook era il mezzo più veloce per contattare i clienti e per farsi notare? E non pensi che tra un po’ Facebook diventerà out, magari superato da qualche altra cosa?
Tornato da un viaggio a Miami tutti i ragazzi americani mi chiedevano “Hai Facebook?”. Io non sapevo neanche cosa fosse. Tornato in Italia ho aperto un profilo personale, ma la cosa non mi divertiva. E allora ho cambiato rotta è ho deciso di creare il profilo dello store. E’ stato il decollo: il “quakebook”, sempre open giorno e notte, sempre avanti con post, news e tante follie.
Ma c’è qualcosa dopo Facebook?
Sì, stiamo gia lavorando con mille adesivi. Nella rete sicuramente ci sarà a breve qualcosa di innovativo, ma non vi anticipo nulla.
So che stai aprendo a Roma.
La direzione credo sia l’online: Roma sarà la svolta.
Raccontaci il progetto. E perché lo chiami la Quake Revolution.
Il progetto è avere affiliati per condividere gli stessi brand, gli stessi principi, gli stessi valori, gli stessi fornitori, e creare una rete di store tutti con lo stesso assetto: questo è il Quake project. Seguo già tre store direttamente. Questo fine settimana inaugura Cool&Chic, il primo degli store totalmente “Quake inside”. L’ho tirato su insieme al mio collaboratore Valentino specializzato in visual merchandising. Lo abbiamo seguito da zero: arredo merci e sopratutto siamo andati noi direttamente in Calabria a seguirne gli sviluppi.
Anche se odi il mondo dei rappresentati so che hai un rapporto speciale con Marco Sermoneta di Profile Expo, Piazza di Spagna. Perché?
Profile? Per me è come una seconda casa. Io e Marco parliamo la stessa lingua, siamo ben coordinati ci conosciamo da molto tempo e lo ritengo l’unica persona che mi ha dato veramente molto per raggiungere i miei obiettivi professionali. Mi sento parte anche io di Profile e lavoro molto anche per lui.
Qual’è l’unico modo di superare questa crisi per chi fa questo lavoro?
Credo sia un momento difficile per tutti. L’unico modo è investire su aziende solide e che comunicano in maniera decente. Non è il momento di fare esperimenti, stare a galla è già un successo.
Ultima domanda. Dove sogni di vederti tra 10 anni… Dove vorresti essere?
Direi Miami, la città dove spesso mi ritiro per valutare le mie strategie e dove mi sento a casa. Il mio progetto si realizza a Roma essendo romano ma Miami è il mio sogno.
Saluta i nostri lettori… Che messaggio vuoi lasciare loro? State manzi il bello deve ancora arrivare ahah parola di Quake.
www.quakestyle.com – FACEBOOK PAGE
ENGLISH VERSION AFTER THE JUMP
Normally in this standard column we love to do standard questions. The great thing is that every store interpreters answers in his own way, making unique every single interview. But with Mr. Quake that was not possible. It ‘s like trying to embrace a tornado: Quake overwhelms you and fore you. I met him online as thousands of people, where as a blacksmith hammering on Facebook, launches new products, brands, ideas … Quake comes from Latina, near Rome. From the province. With a hellish tam tam of friendships, contacts digital and real his name has spread. Now Quake, has launched a new concept store in Rome city centre, destined to become a benchmark for emerging brands and a platform for creative realities that go beyond the usual patterns of the old and tired Italian distribution industry. That’s not all. Quake is putting its signature under a variety of shops, where you can breathe fresh air, for which acts as a consultant, brand selection and “visual” thanks to his right arm Valentino Bersani.
It ‘been able, with his strength, to make a decisive contribution to the Italian launch of numerous brands. Quake, beyond its “bad company”image, is one of personality I met with greater sensitivity in trade in street-fashion Italian. Inevitably, therefore, to interview him.
How and where does the name Quake?
My character was born from the charismatic and impetuous: “quake” is thrilling, earthquake.
When Quake realizes that the fashion world is his world? When it comes to light?
For many years I navigate the world of fashion. The turning point after a trip to Barcelona for the Bread and Butter. There I decided to devote myself 100%, I wanted to split, even if I was coming from an experience as ambulant in itinerant market.
The history of ambulant is fantastic.
For 5 years I sold from underwear to the nails.
Most of the people who made a bang, has soiled his hands, he knows what the trouble …
I am real.
You have not inherited the shop from mom and dad.
No.
You were born in the hard province. Tell me about …
I was born in Rome, a popular neighborhood. I lived in Rome for 20 years. From 15 to Latina. For a challenge, to impose my style is not approved by all I got slapped with a “minimum order”, charges for the brands. I improved the stockists. But enough is enough, I do as I say.
Do you have a particular anger at the world of representants. What do you think?
I think they need to do before you rise through the ranks to be able to have the presumption to trick me. I’ve always found the brand, I never paid attention to the loser who is on duty at the store.
What should now have a brand to be able to hit and get into your store?
Quality, fit and good communication behind. Then the rest is my poetry. I do not sell cans, I put my face and heart.
What brands do you have hit lately, tips and advice on which you want your colleagues in street-fashion?
Byg Bang. Reception and Boom Bap Then, I consider the future.
You have almost five thousand contacts on Facebook. You pay someone or is all your work?
All my own work. Should I follow personally my customers. I always have to surprise them and make them happy even if it costs me a lot of hard work and sacrifices. It’s Quake-formula, not for everyone.
When did you realize that Facebook was the fastest way to contact customers and get noticed? And do not think that in a bit ‘out Facebook will become, perhaps surpassed by something else?
Returning from a trip to Miami all the American boys would ask me “Have you Facebook?”. I do not even know what it was. Back in Italy I opened a personal profile, but I was not amused. So I changed course and decided to create the profile of the store. It ‘was the take-off: the “quakebook” always open day and night, always ahead with posts, news and many follies.
But there is something after Facebook?
Yes, we are already working with thousands of stickers. The network will surely short something innovative, but there is nothing in advance.
I know you are opening in Rome.
The direction I think the line: Rome will be the turning point.
Tell us about your project. And why do you call the Quake Revolution.
The project is to have affiliates to share the same brand, same principles, the same values, the same suppliers, and create a network of stores all with the same structure: This is the Quake project. I follow now three stores directly. This weekend launches Cool & Chic, the first of the stores completely “inside Quake.” I pulled up along with my collaborator Valentino specializing in visual merchandising. We followed him from the ground up: furnishing goods, and especially us, we went directly to follow developments in Calabria.
Even if you hate the world of the representatives know that you have a special relationship with Marco Sermoneta of Profile Expo – Piazza di Spagna Showroom. Why?
Profile? For me it’s like a second home. Marco and I speak the same language, we are well coordinated, known for a long time and I think he is the only person who really gave me to achieve my professional goals. I feel part of the Profile, and I also work very well for him.
What is the only way to overcome this crisis for those who make this work?
I think it’s a difficult time for everyone. The only way is to invest in solid companies and communicate in a decent way. This is no time to experiment, to float is already a success.
Last question. Where dreams to see you in 10 years … Where would you be?
I would say Miami, the city where I often pick my strategies to evaluate and where I feel at home. My project takes place in Rome since the Roman Empire, but Miami is my dream.
Say hello to our readers … What message do you want to leave them? Stay beef… the best is yet to come haha word of Quake.
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