Tra i piccoli e i grandi oggetti iconografici che nei secoli hanno definito la storia della moda, uno fra questi è senz’altro la giacca di jeans. Vi sembrerà strano, ma uno dei capi moderni per antonomasia ha in realtà origini antichissime e non proprio americane, come molti potrebbero pensare, bensì europee. E a contendersi la ‘paternità’ di questo intramontabile oggetto sono due Paesi: la Francia e l’Italia.
Le origini della stoffa
Tutto comincia nel XV secolo, anche se in realtà, secondo alcuni storici della moda, la storia del jeans ha radici ancora più antiche che affondano nel Medioevo. In questo periodo, infatti, a Chieri, vicino Torino, si producevano tessuti pregiati, ma anche resistenti, che poi divennero famosi in tutta Europa e, nei secoli successivi, vennero venduti in tutto il mondo attraverso il porto di Genova. Fu proprio in questa città che con il fustagno blu di Chieri, si confezionarono i sacchi in cui mettere le vele delle navi e i primi indumenti da lavoro, essendo questo tipo di fustagno una stoffa resistentissima. Il nome “blu-jeans” verrebbe proprio dall’espressione francese “bleu de Genes”, ovvero il “blu di Genova”, per far riferimento al colore del fustagno tinto con il guado, la pianta da cui si ricava l’indaco. Ma fu poi negli Stati Uniti, precisamente a San Francisco, che un sarto di nome Levi Strauss a metà dell’Ottocento confezionò con questa stoffa i primi pantaloni per gli operai arrivati da mezzo mondo in California. Rese il tessuto ancora più resistente rafforzando l’armatura e adottando processi di finissaggio per cambiarne il colore. Nel 1853 fondò una società: la “Levis Strauss & Co.”, che divenne ben presto famosa anche in Europa per via dei nuovi capi di abbigliamento usati dalle classi operaie.
La nascita della giacca jeans
Jacob Davis, nel 1873, ricevette il brevetto per l’introduzione del “denim” insieme a Levi’s Strauss, che riconobbe loro il diritto di applicare degli inserti di rame per rinforzare i pantaloni da lavoro da uomo in jeans, la stoffa proveniente dalla città francese di Nìmes. Inserire i rivetti nei punti più facili all’usura come le tasche, concesse la possibilità a Levi’s di introdurre sul mercato dei giacconi per i lavoratori delle fabbriche, precisamente nel 1880. Ma, il primo vero grande successo arrivò nel 1903 con l’uscita del “506xx”: una blusa con fodera frontale a pieghe cucite, ma che potevano essere aperte per poter inserire strati di tessuti più caldi, dotata di un taschino e di un cinturino posteriore con fibbia per regolarne la larghezza. Poi, nel 1921 Lee, la marca di denim rivale di Levi’s, inventò la railroad jacket, disegnata apposta per i ferrovieri; poi arrivarono la giacca 91, la prima in denim con una zip, e la slim jacket, destinata ai cowboy: aveva tasche oblique per infilarci più facilmente le mani mentre si cavalcava e un orlo più alto che impediva di arrotolarsi. L’accoppiata cowboy-denim-virilità si è da allora radicata nell’immaginario ed è stata ampiamente sfruttata dalla pubblicità: Marlboro per esempio si inventò il Marlboro Cowboy, che vestito in denim dava alle sue sigarette un’aura più mascolina. Nel 1933, sempre Lee introdusse una delle sue giacche più famose, la storm rider, una versione invernale della slim jacket: era imbottita, con colletto e polsini sempre imbottiti.
Il giubbotto tra le star hollywoodiane
La giacca ebbe uno dei periodi di massimo splendore negli anni ’50 e ’60. Chi indossava un giaccone oversize in denim lo faceva per lo più per differenziarsi, come per dire: “Guardatemi, il mio stile è alternativo al vostro”, poiché era usanza indossare giacche dal tailoring molto più classico e aderente. E anche le grandi star di Hollywood cominciarono a prediligerlo. Da Bing Crosby, a cui si lega perfino un aneddoto di lui respinto da un Grand Hotel perché indossava un giubbotto, a Steve McQueen, il ‘ribelle’ per eccellenza, in onore del quale venne dato il nome ad uno dei modelli più famosi.
E, oltre a Levis e Lee, in questi anni si affermarono sempre di più brand come Wrangler, che mise sul mercato modelli sempre più ricercati dal pubblico come l’11 MJ Blue Bell dotato di pieghe a soffietto per consentire libertà nel movimento. E lo “storm rider” viene scelto da attori del calibro di Kirk Douglas che lo lanciò in “Solo sotto le selle” del 1962, di Paul Newman che lo indossò in “Hud il selvaggio” del 1963. E, infine, fu Marilyn Monroe in “Gli spostati” (1961) a farlo diventare un vero e proprio must-have.
L’evoluzione del modello
Ma è negli anni ’70 che il giaccone jeans diventa un simbolo di lotta e di trasgressione, prediletto dagli Hippy di tutto il mondo insieme a un paio di pantaloni sfrangiati o a zampa di elefante, un dress-code sfoggiato anche ai tempi del Festival di Woodstock. A sceglierlo come oggetto iconico e sensuale sarà anche la modella Verushka, la modella più nota dell’epoca, divenuta famosa con il film di Michelangelo Antonioni “Blow Up” (1966).
Negli anni ‘80-‘90 il giubbotto denim subisce una profonda trasformazione: da simbolo della protesta, a oggetto sfoggiato dalle classi sociali medio-alte diventa anche un oggetto di lusso. Quasi tutte le cade di moda se ne ‘impossessano’ modificandone la silhouette, tingendolo a seconda delle stagioni o inserendo stampe e grafiche audaci. Ed è anche in questi anni che esplode la moda delle camicie jeans: strette o larghe non importa, saranno adottate in tutte le stagioni e in ogni guardaroba, soprattutto in quelli dei veri “macho” dell’epoca. Lo ricorda una pubblicità del 1985 “Denim, per l’uomo che non deve chiedere mai”.
Oggi, invece, il giaccone jeans, così come i pantaloni, perde ogni limite o confine diventando sempre più globalizzati, sempre più comuni. Il tessuto denim reinterpretato in tutte le sue varianti, è un cult a tutti gli effetti; la “denim-mania” si riconferma stagione dopo stagione e lo vediamo nelle strade, sulle passerelle internazionali e anche con le celebrità, che lo scelgono come must-have irrinunciabile.
In seguito, una selezione di giacche jeans uomo e donna per svoltare il vostro look di primavera!
Donna
Lee
Disponibile qui. Prezzo 99,95€
Levi’s
Disponibile qui. Prezzo 119€
Tommy Hilfiger
Disponibile qui. Prezzo 129€
Diesel
Disponibile qui. Prezzo 149,99€
Nudie Jeans
Disponibile qui. Prezzo 169€
Ganni
Disponibile qui. Prezzo 289€
Ralph Lauren
Disponibile qui. Prezzo 299,99€
MSGM
Disponibile qui. Prezzo 630€
Maison Margiela
Disponibile qui. Prezzo 850€
Givenchy
Disponibile qui. Prezzo 890€
Dsquared2
Disponibile qui. Prezzo 890€
Saint Laurent
Disponibile qui. Prezzo 990€
Alexander McQueen
Disponibile qui. Prezzo 1,390€
___________________________________________________________________________________________________
Uomo
Calvin Klein
Disponibile qui. Prezzo 99,90€
Levi’s
Disponibile qui. Prezzo 119,99€
G-STAR ROW
Disponibile qui. Prezzo 149,95€
Nudie Jeans
Disponibile qui. Prezzo 179€
A.P.C
Disponibile qui. Prezzo 220€
Tommy Hilfiger
Disponibile qui. Prezzo 290€
Diesel
Disponibile qui. Prezzo 570€
Kapital
Disponibile qui. Prezzo 570€
Saint Laurent
Disponibile qui. Prezzo 790€
Celine
Disponibile qui. Prezzo 790€
Stussy
Disponibile qui. Prezzo 790€
Tom Ford
Disponibile qui. Prezzo 940€
Sacai
Disponibile qui. Prezzo 1,060€
Amiri
Disponibile qui. Prezzo 1,430€
Balenciaga
Disponibile qui. Prezzo 1,490€
Gucci
Disponibile qui. Prezzo 1,800€
You might also like
More from Fashion
Sandali da bambino? Date un’occhiata all’offerta del brand Primigi!
I sandali rappresentano un must in estate, e questo non vale solo per gli adulti. Anche i bimbi, infatti, hanno …
Loro Piana accusata di non retribuire i suoi lavoratori indigeni in Perù
"Le nostre eccellenze": questa la value proposition che si trova sul sito ufficiale di Loro Piana alla sezione “viçuna”. E in effetti …
Meet the brand: Halíte – make it salty!
Essenziale, ma preziosa. Disinvolta, ma curata. Semplice, ma ricercata. L’anima poliedrica di HALÍTE racchiude in sé tutti questi aspetti, proprio …