Mi ricordo di aver parlato, agli esordi, con Mauro Simionato, uno dei fondatori del brand (oggi staccatosi dal gruppo per dedicarsi ad altri progetti) e che mi aveva confermato come, per affermarsi a livello europeo, la scarpa avrebbe dovuto inserirsi nella fascia attorno ai 90-100 euro. Il riferimento, all’epoca, era quello di scarpe civili come Pointer, ad esempio. Mentre brand di scarpe più ‘costruite’, vedi Red Wing, si trovavano a qualche decina di euro in più sul mercato e essendo marchi consolidati rappresentavano la naturale scelta di un pubblico finale che, specie in europa settentrionale, voleva investire in una scarpa climaticamente ultra affidabile per affrontare le stagioni invernali.
Il marchio dopo lo slancio di entusiasmo riscontrato in tantissimi store che hanno applaudito l’arrivo di un brand italiano così innovativo e coraggioso (parlo senza avere numeri alla mano, ma con la semplice sensazione di quello che ho visto in giro nelle vetrine) ho l’impressione che abbia registrato in Italia una flessione dovuta, fisiologicamente, da una parte, alla situazione economica, dall’altra, ad un prodotto che, apprezzatissimo dagli addetti ai lavori, non ha trovato ancora del tutto l’abbraccio del grande pubblico, quello che ha un lettura del prodotto più legata a fattori come il marchio, il prezzo, il gusto più ‘commerciale’ del momento. Ecco perchè affermo che lo staff di Volta ha avuto le palle.
Invece di vivacchiare e non avendo alle spalle una multinazionale capace di poter produrre una scarpa sotto il 100 euro e randellare il mercato a suon di numeri e marketing, quelli di Volta hanno alzato il tiro, e hanno dato una forte svolta in chiave fashion. Da qui i materiali preziosi come il feltro, i tessuti ‘jacquard’, le pelli pregiate accompagnati da suole Vibram. Volta ha trovato la chiave di accesso agli store di fascia alta internazionale, puntando a modelli più sofisticati, e alla linea donna tutta improntata da tessuti di tendenza come il serpente, gli zebrati, i glitter e i matellassè, spesso accompagnati da suole platform. La stessa linea Strada, che trasforma una running shoe in un oggetto di tendenza metropolitana con tessuti tecnici come il mesh, il nylon e una speciale suola disegnata da Vibram, rappresenta la quintessenza della sofisticatezza, con un gusto direi, internazionale che ricorda l’impronta di Gyakusou su Nike.
Io credo che sia questa la chiave per la crescita e il successo. Se Volta non ce la dovesse fare, sarebbe una sconfitta di uno dei più interessanti giovani brand nati in Italia. Ma credo che i ragazzi abbiamo trovato la chiave e che abbiano imboccato la giusta direzione, con un marchio sempre più europeo e sempre meno ‘italiano’. D’altra parte, raschiare il fondo di una padella vuota, come quella italiana, non è un esercizio produttivo, e nemmeno, immagino, carico di soddisfazioni. Avanti così.
Ecco alcuni modelli della collezione donna:
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