Il viaggio: un tema ricorrente nell’immaginario della moda. Una scatola impermeabile capace di trasportare l’immaginazione alle porte del possibile.
Un percorso che si accompagna a due misure universali come lo spazio ed il tempo, e nei quali naviga agiatamente, ma che a volte, come due mari, si uniscono. E proprio dove questo mare bagna le spiaggie di una ignota località della West Coast, la nuova campagna di Gucci dedicata alla valigeria prende forma, sotto l’occhio filmico di Glen Lunchford (movie e campaign director di diverse collezioni del brand): un omaggio ed uno spunto di riflessione sull’idea di timeless.
In occasione del debutto della valigeria GG Supreme, il CEO del brand, Marco Bizzarri, articola un dibattito tra nuovo e timeless, come risposte pratiche alla crisi post-Coronavirus. Secondo Bizzarri la valigia connessa all’idea di viaggio è l’immagine di una società contemporanea che in tempi di crisi rifugia nel classico per ritrovare le proprie origini, come avviene nella campagna dove l’heritage e l’artigianalità di Gucci sono espressi dall’iconico logo e stampa che rivestono la collezione. Il giornalista Robert Williams parla di timeless come crescita incessante che non corrisponde ad una sperimentazione, ma ad un recupero e progresso, che si ritrovano nei codici del classico, ai quali si dovrebbe far sempre riferimento nell’incessante processo di creazione. Ma nel presente tutto sembra nascere con una data di fine, come se la stessa definizione di atemporalità non esistesse più.
Lo stesso classico spessso viene definito come vecchio ed antiquato, e nell’era precedente a quella di Alessandro Michele, Gucci era l’immagine di una moda che non muta ma che si nasconde dietro gli stilemi dell’archivio: una mossa che porta ad una perdita della solidità del nome ed un inflazione del valore del prodotto, come spiegato da BOF. Lo stesso Williams sostiene che deve esistere un’equilibrio tra le richieste del mercato desideroso di innovazione, e l’iconografia classica, e tutto ciò è reso possibile dall’introduzione dell’idea di timeless: capi ed oggetti che si adeguano ad ogni anno, senza appartenere a nessuno. E a completare il quadro che ritrae una moda (nel senso più ampio) senza tempo, la sostenibilità è l’ultimo tassello capace di coniugare l’estetica all’etica, rendendo un capo durevole. Un segreto che assomiglia ad una strategia di collocamento del prodotto, proprio come la valigeria che si aggiorna nella sua estetica ma rimane fedele alla forma d’origine, senza annullare il linguaggio artistico della moda. Proprio per questo, in una rilettura della video-campaign del brand si può notare come anche il regista Lunchford attinge dal passato e dai classici di una volta, inserendo richiami al cinema neorealista italiano e a quello avanguardista della fine 80s, per ribadire un ‘’senza tempo’’ che si arricchisce dall’esperienza per affermarsi.
La sostenibilità, l’artigianalità e l’innovazione sono i principi del domani ai quali, secondo il direttore creativo Michele non si può guardare singolarmente ma solo come parti del tutto. ‘’La valigia mi ricorda luoghi lontani che rimangono vivi nella mia mente’’ spiega Alessandro Michele, ‘’tutto è legato ad un tempo indefinito ’’, e continua Bizzarri dicendo: ‘’prima si era alla continua ricerca di un’evasione, ma ora in seguito alle regole imposte per il combattimento del Coronavirus, si è riscoperto il valore del passato, dell’icona, e la moda si serve di questo per riscoprirsi senza tempo’’.
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