Le foto sovversive di Riot Pant Project hanno inondato i feed di instagram rivendicando gli spazi pubblici contro la mascolinità sociale.
Mina Bonakdar e Elena Buscaino sono studentesse di fashion design e graphic design alla Universitӓt der Kunstë Berlin, nonché le menti dietro al Riot Pant Project.
Questo progetto è volto a combattere la fastidiosa mascolinità tossica, per la quale ancora oggi le donne si sentono oppresse dagli uomini, intenti a mostrare la loro virilità invadendo gli spazi personali. Troppo spesso sono portate a sentirsi insicure in ambienti pubblici, in cui gli uomini vicino a loro hanno le gambe divaricate troppo larghe; da qui, è nata questa rivolta silenziosa ma di grande impatto.
I loro pantaloni con testo serigrafato sul cavallo con le frasi “toxic masculinity”, “stop spreading”, e “give us space”, gridano al mondo che le donne si sentono ancora oggi come se avessero meno spazio nel mondo, a differenza degli uomini.
Le ultime foto della campagna di Riot Pant Project sono state scattate dal fotografo Hanko Ye, che cattura la realtà di Berlino in luoghi pubblici come la metropolitana, ritraendo uomini e donne in pantaloni lilla, scozzesi e denim, che allargano le gambe prendendo più di un posto a sedere, declamando il loro messaggio sovversivo.
Puoi mandare al duo il tuo paio di pantaloni preferito e scegliere lo slogan che più senti affine, il duo lo stamperà su di essi ed entrerai anche tu a far parte del Riot Pant Project. Oppure, puoi acquistare un paio di pantaloni second hand sulla loro pagina Depop.
Leggi anche Denim day: quando i jeans protestano.
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