VACCARELLO RIPORTA IN PASSERELLA IL LATEX. ED È SUBITO EFFETTO WOW
Ci vogliono molto coraggio e bravura per mandare in passerella il latex, e la collezione Saint Laurent autunno/inverno 2020-21 è sinonimo di tutto ciò. Grazie al suo direttore creativo, Anthony Vaccarello. Al momento – la fashion week parigina è ancora lunga – è tra gli show più riusciti, anche se riprende dei codici appartenenti al passato, e non solo della storica maison. Di questa fanno parte le pussy-bow blouse, introdotte dallo stesso Yves Saint Laurent negli anni ’70. Ovviamente i blazer, con il fit unico del brand. Ma il lattice appartiene alla moda dei primi anni ’80 e ad adottarlo sono in molti.
Il défilé si concentra tanto sugli abiti quanto su chi li porta. Un occhio di bue utilizzato solitamente sulla scena, a teatro, enfatizza la falcata di ogni modella e rende iridescente ogni look. Soprattutto quelli in latex, che in latino si traduce in liquido. E in effetti, nel momento in cui incontra la luce, emerge quel gioco di chiaro-scuro molto seducente.
Le lunghezze sono degli abiti sono prevalentemente midi, lo stesso vale per i capispalla, con qualche eccezione: Vaccarello propone su un cappotto lungo alla caviglia un body-corsetto in pelle da far perdere la testa. Gli altri pezzi forte sono tutte le proposte in lattice: dai pantaloni super skinny fino agli abiti, compreso il black dress che ha chiuso la sfilata. E l’effetto drama-queen contemporanea è assicurato. Ma non c’è solo il nero. La palette di colori è piuttosto corposa – non proprio una certezza se si tratta di YSL e di Vaccarello. Viola, rosso, bordeaux, blue e cammello sono le nuance principali, in grado di dare un po’ di tono a una collezione che altrimenti avrebbe avuto un sapore completamente diverso.
La collezione Saint Laurent autunno/inverno 2020-21 è tante cose, se ne sta scrivendo molto nelle ultime ore. Ma guardandola viene in mente una sola parola, anzi un suono, neanche molto professionale ma certamente in grado di esprimere il senso dell’intera sfilata: wow.
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