Una coppia, Justin e Chiara – i designers del brand – e un concetto, ovvero quello di tradurre in abiti le emozioni che più ci rendono vulnerabili, e delle quali siamo più restii a parlare. Gall infatti è oscurità, ma questo termine è anche sinonimo di ostilità, veleno, animosità, arroganza e rancore, sentimenti di cui tutti abbiamo timore o che abbiamo provato in una precedente vita. Dopo essersi scontrati con Gall, se ne esce rafforzati.
Le collezioni uomo e donna presentate fin’ora, primavera-estate e autunno-inverno, vogliono essere lo scudo delle fragilità umane. Questi abiti infatti sono pensati e realizzati per mettere a proprio agio, una volta indossati, chi li indossa. Senza limiti, senza barriere. “Creare capi strutturati e costruiti nel modo migliore possibile. Gall fonde sillouettes dinamiche con particolari tessuti ricercati in tutta Italia, creando dei “look” giovani, sempre nuovi, lussuosi ma con un tocco di mistero”. Questo è il filo rosso che lega tutti gli abiti Gall.
Per la collezione invernale i designers del brand, cercano di fondere il passato con il presente. Sono attratti dalla ruggine e dal suo colore, che ricorda i deserti del New Mexico, lo scuro magma fossilizzato dei vulcani Teide e Thera. Il nero è il colore cult del marchio e qui rappresenta “l’oscurità della tavolozza, mentre l’uso di stampe astratte produce una luminosa armonia da respirare”.
Gall è un’ode alla libertà per una moda che non è solo apparenza ma anche concetto, va nel profondo della creatività facendo uscire un prodotto valido, e ricco di significato.
ph courtesy: press office
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