NotOrdinaryTalks è la chiacchierata a tu per tu, di quelle che ultimamente facciamo raramente. Gli ospiti del format sono personaggi diversissimi tra di loro, in comune hanno un fiume di opinioni e io vorrei ascoltarle insieme a voi.
Adry De Martino, è un’illustratrice e un sacco di altre cose che scopriremo nell’intervista che le ho fatto. Le sue illustrazioni hanno forme accoglienti, passa da un tratto che rimanda genuinamente all’infanzia, ma sui social mette a nudo le sue (che sono le nostre) insicurezze. Con il tono categorico, tipico della dura verità. A noi piace così, con tutte le sfaccettature che un essere umano può contenere, e lei si mostra così com’è.
La canzone che Adry ha scelto per N.O.T.:
Buongiorno Adry, grazie per aver accettato il mio invito. Benvenuta a Not Ordinary Talks. Una breve introduzione per chi non ti conoscesse, all’anagrafe Adriana De Martino, ma tutti ti chiamano Adry. Nella vita sei un illustratrice, per l’Agenzia delle Entrate una P.Iva. Com’è iniziata l’avventura da Illustratrice e quali sono stati gli ostacoli?
Ciao Alessia, grazie a te per avermi “scelta” come ospite del tuo format. Nella vita faccio l’illustratrice, content creator e per l’Agenzia delle Entrate sono una P.iva dal 2012, quando lavoravo ancora nel mondo della moda come designer in ufficio stile e decisi di fare questo salto, per poter frequentare fiere di settore e provare magari a fare qualche consulenza. L’illustrazione è venuta qualche anno dopo, cominciata in sordina, semplicemente per gioco, pubblicando su Instagram i disegni che facevo nel tempo libero. Gli ostacoli correlati all’inserimento nel mondo dell’illustrazione, sicuramente sono stati per lo più dovuti al farsi conoscere e a farsi prendere sul serio, far capire alla gente che il tuo è un lavoro e non solo una passione. Far capire che da questo devi ricavarci i soldi per poter vivere, investire e pagare le tasse.
Per continuare la tua presentazione ai nostri lettori, hai origini pugliesi, cosa ti ha portato a Milano?
Mi sono trasferita a Milano nel lontano 2007, avevo 19 anni e dopo aver terminato il liceo linguistico, ho scelto di studiare moda, per ovvie ragioni mi sarei dovuta spostare a Milano. Una città che non avevo mai visto in vita mia. E’ stato amore a prima svista!
Nella tua bio di Instagram si legge anche un altro aspetto del tuo lavoro, che risponde al nome di “Tatuaggini Coraggiosi”. Com’è nata la passione del tatuaggio? Arriva dopo l’illustrazione?
Sono sempre stata attratta dal mondo dei tatuaggi, sin da bambina. Mi piaceva l’idea di disegnarmi addosso (a mia madre piaceva un po’ meno) e non ho mai visto questo atto come deturpazione, anzi, mi ha sempre trasmesso l’idea di decoro. Come se la pelle ci fosse stata fornita per essere un mezzo di linguaggio e foglio bianco in grado di trasmettere il nostro modo di essere.
A 19 anni, ho chiesto al mio fidanzato dell’epoca, di regalarmi un tatuaggio, da li sono passati un po’ di anni in silenzio, poi ho cominciato a frequentare più assiduamente gli studi di tatuaggi come cliente, e mentre mi tatuavo cercavo di osservare quanto più potevo, tutti i retroscena di questo mestiere.
Quando ho cominciato a fare illustrazione, spesso mi veniva chiesto se tatuassi o se potessero tatuarsi una mia illustrazione. Davanti a questa richiesta che si faceva costante, e alla mia passione a proposito, ho deciso di frequentare un corso per prendere l’abilitazione ASL in qualità di tatuatore. I primi test li ho effettuati su pelle finta, poi sono passata a quella degli amici.
I tatuaggini coraggiosi nascono così! Da un atto di coraggio. In primis il mio. Desideravo lanciarmi in qualcosa che mi è sempre piaciuto, ma allo stesso tempo questo comportava tanta responsabilità, operare su un corpo, imprimendo qualcosa che non è immediato da rimuovere. I tatuaggini coraggiosi nascono dal desiderio di dare ai miei disegni una seconda vita oltre la carta. Non hanno la pretesa di piacere a tutti, di essere impeccabili e precisi, ma hanno la capacità di saper ascoltare e tradurre i sentimenti e le storie delle persone che vogliono regalarsene uno.
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Sempre nella tua bio Instagram si legge che tua madre era fan di Rocky Balboa, vuoi dirci di più?
Mia madre era fan di Rocky Balboa. Ma ancora di più di Silvester Stallone, che nei lontani anni ‘80 era un gran pezzo di manzo.
Era cosi fan, che decise di chiamarmi Adriana, proprio in onore del suo amore tv. Che devozione eh?
Come nasce un’illustrazione di Adry De Martino? Hai delle routine particolari prima di metterti a lavoro?
Le mie illustrazioni sono principalmente istintive, parlano spesso per me e di me. Sono il mio diario di bordo, raccontano quello che vivo, sento e che vorrei urlare al mondo. Non ho riti particolari, mi piace spesso fare ricerca, argomenti che mi colpiscono, immagini e riferimenti artistici si traducono in spunto per creare l’illustrazione.
Le tue illustrazioni, sono spensierate e dalle forme accoglienti. La cosa che più mi ha colpito è il modo in cui affronti argomenti che risultano ancora scomodi, come ad esempio lo sfregamento cosce in Estate, con leggerezza, che come diceva il buon Italo Calvino, non è superficialità. È sempre stato semplice esporsi sui social con argomenti simili? Hai mai avuto modo di percepire l’arroganza di alcuni utenti?
Non è mai realmente facile esporsi sui social, e dire quello che davvero si pensa. Sarebbe bellissimo poterlo fare senza tirarsi addosso giudizi o commenti poco piacevoli di coloro che la pensano diversamente.
Devo essere sincera, la maggior parte delle persone che mi segue non è mai offensiva, neanche quando ha una visione differente, però a volte è comunque noioso doversi giustificare per ogni cosa che si vuole dire e dover sempre “mettere i puntini sulle i”.
Sono tanti gli argomenti di cui mi piacerebbe parlare, ma a volte evito di farlo, proprio perché so che andrei a scatenare diatribe.
Piuttosto, mi rifugio nell’illustrazione e faccio parlare i disegni per me, quando ho paura di sbagliare le parole. Devo dire che loro sono più convincenti di me e non può che farmi piacere.
Cos’è per te Instagram? Senti di aver creato una community con la quale esprimerti davvero a 360°?
Instagram è la mia vetrina lavorativa e non. Mi piace l’idea di poter condividere argomenti che non siano strettamente connessi al mondo dell’illustrazione. Mi piace anche l’idea di poter parlare agli altri, come farei con i miei amici che mi conoscono e conoscono le mie passioni, i miei dubbi, le mie debolezze.
Non so se ho creato una community. C’è cosi tanto traffico ormai, che è pure difficile affezionarsi a qualcuno, tanta gente va e viene, smette di seguirti, ricomincia, smette nuovamente, poi torna…a me interessa che ci sia sempre educazione e propensione all’ascolto e all’empatia, al divertimento e alla voglia di credere nell’arte, se non hai questi requisiti e stai li solo per “spiare e commentare” magari anche negativamente, per me puoi anche andare.
Se non avessi fatto l’illustratrice, i tuoi sogni d’infanzia a quale mestiere ti avrebbero portato?
Ho sempre sognato di fare questo nella vita, disegnare. Da bambina dicevo che mi sarebbe piaciuto disegnare per la Disney. Le cose sono andate un po’ diversamente, ma il fulcro del mio desiderio è rimasto invariato. Se non avessi fatto questo, mi sarebbe piaciuto fare l’attrice. Ma la vita è lunga, potrei sempre provarci.
Capelli rossi, rossetto rosso e vestiti pazzeschi. Che rapporto ha Adry con la bellezza?
Mentre rispondo a questa domanda, i capelli rossi in questo momento sono stati messi un attimo in standby, perché ogni tanto ho bisogno di cambiare. Anche se torno sempre al rosso, del resto è il mio colore naturale. Nel tempo l’ho accentuato, rendendolo più vivace e deciso.
La bellezza per me è importantissima, sono un’esteta. Mi piace curarmi, mi piace la gente curata. Allo stesso tempo, prendermi cura di me e lavorare sui miei punti forti, mi ha aiutata a gestire meglio i miei punti deboli, ad abbracciarli e a provare una convivenza equilibrata. Non è sempre tutto roseo, ci sono giorni, settimane ma anche mesi complessi. I miei tormenti, legati alla metabolizzazione e convivenza con un corpo burroso, tornano prepotenti, specialmente quando ti lasci andare e ti svegli una mattina con 5 kg in più. Sono un’ex obesa, so cosa vuol dire soffrire per un corpo che ti soffoca e ho il terrore di tornare in quella condizione. Il problema è che l’obesità, e tutti i disturbi alimentari, sono mostri che non ci lasciano mai definitivamente. Può capitare che tornino anche solo nel pensiero a darci un po’ fastidio, la forza sta nel saper gestire questi momenti di down. Si possono affrontare, pensando che la nostra mente, la nostra motivazione e la nostra forza deve essere più forte di questi meccanismi. C’è la possibilità di restare a galla, piuttosto che sprofondare. Basta volerlo. La moda e il beauty, mi hanno sempre aiutata tanto.
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Se dovessi scegliere un outfit, un rossetto, un accessorio, come se fosse la divisa di un personaggio di un cartone animato, o meglio di una tua illustrazione, cosa sceglieresti?
La mia mini me veste spesso outfit ispirati a Vivetta, Valentino, Dior. Mica pizza e fichi!
Fuori dai panni del lavoro, Adriana chi è? Cosa ama fare?
Fuori dal lavoro Adriana è una ragazza a cui piace: vedere gli amici, organizzare il pranzo della domenica e cucinare per tutti. Andare alle mostre, o al cinema. Faccio una vita molto semplice, mi piacciono i rapporti genuini e tutto ciò che può farmi e far sentire a casa.
Una canzone che conservi nella tua libreria e che secondo te può fare da filo conduttore alla nostra chiacchierata.
I calendari – Dimartino
Instagram: adry_de_martino
Website: adrydemartino.com
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