Chi è Vanessa Beecroft? E’ forse una delle più importanti artiste contemporanee e maggiore esponente dell’ tableu viveant, cioè rappresentare una scena come un quadro vivente. Ha plasmato la performance art, la rappresentazione del corpo femminile e le discussioni sociopolitiche sull’arte. Le sue esibizioni (intitolate VB, seguite dal numero) sono state una pratica in corso per oltre venticinque anni. Presentati in alcuni dei musei più importanti del mondo e dei principali eventi contemporanei, le esibizioni di Beecroft evidenziano le tensioni tra nudità e abbigliamento, vincolo e libertà, collettivo e individuale, forza umana e debolezza.
Vanessa Beecroft è stata una delle prime artiste a collaborare con brand di moda, a partire dagli anni ’90, e dal 2009 ha collaborato ampiamente con il musicista e produttore Kanye West. È anche un’appassionata praticante di fotografia, disegno, pittura e scultura, usando ogni mezzo per presentare prospettive sul corpo, mentre unisce le influenze del Rinascimento con la rappresentazione moderna. Dal 2019 inizia a collaborare con Moncler per la realizzazione di una performance(“VB87”) dedicata all’apertura del nuovo store in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. L’artista italiana, che vive in California, ha presentato una schiera di modelli e ballerini vestiti con giacche Moncler vintage in omaggio a ricordi autobiografici che la legano al brand, raccontando inoltre la sua visione sul tema dell’identità, del desiderio e della moda.
Vanessa è collaboratrice, ma soprattutto fonte d’ispirazione e amica di Moncler fin dall’apertura del Moncler House of Genius a Milano lo scorso novembre. Come tutti noi, durante le ultime settimane, ha continuato a lavorare dalla sua casa ad Hollywood, da dove ci ha raccontato cosa la sta ispirando e come è cambiato il suo processo creativo.
«La lontananza ci ha dato una sensazione di pace che prima era difficile sperimentare, favorendo calma e concentrazione. È il ritmo naturale delle cose che ora ha ritrovato il suo spazio, mentre ci troviamo spogliati di tutto ciò che è superfluo e non necessario. Ora disegno a un tavolo nella mia camera da letto, creando immagini più piccole che nel mio studio e utilizzando un carboncino invece che i colori ad olio, continuando a domandarmi cosa il futuro riserverà a ciascuno di noi».
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