MeetTheBrand è una finestra sul mondo dei marchi emergenti e indipendenti in Italia. Il tempo di un break dal lavoro o l’appuntamento serale che stavate aspettando per sentire le voci dei fondatori. Tutto quello che volevate sapere sui cosmetici e il mondo dell’imprenditoria beauty. Una rubrica che ferma le lancette del tempo, nuove scoperte e approfondimenti.
Oggi il salotto di MeetTheBrand ospita Saeka Bardelli, le sue origini collegano il Giappone alla Toscana e i suoi sieri fanno da ponte a due culture molto diverse, accumunate dall’attenzione al territorio.
Ciao Saeka, grazie per aver accettato il nostro invito. Com’è nato il tuo brand di cosmetici dedicati alla skincare viso? Com’è nata la passione per la cosmesi? Il tuo lavoro precedente è ricollegabile a questo settore?
Per spiegare com’è nato il brand bisogna raccontare brevemente la mia storia. Ho sempre avuto la passione per la cosmesi, sin da piccola, quando andavo a rubare i rossetti nel beauty case di mia mamma con dei risultati disastrosi. Dopo le superiori ho deciso di intraprendere un percorso di studi universitari incentrato sulla cosmesi. Ho frequentato un corso di Laurea Triennale, presso l’Università di Siena, nello specifico Scienze e Tecnologia dei Prodotti Cosmetici ed Erboristici con curriculum tossicologico. Durante il quale ho seguito degli stage presso una piccola azienda di Firenze e ho anche presentato dei prodotti lanciati da una casa farmaceutica. Poi ho intrapreso il mio vero e proprio lavoro, durato 6 anni, per un azienda cosmetica di mass market. Quindi si può dire che prima lavoravo nello stesso ambito, però con un ruolo diverso. Prima ero una formulatrice in laboratorio, oggi sono un’imprenditrice.
Cosa ti ha spinto a scegliere di essere indipendente?
La svolta verso l’indipendenza è arrivata quando ho cambiato vita. Sono diventata mamma e per riunirmi alla mia famiglia, sono venuta ad abitare a Campiglia d’Orcia, un piccolissimo paese che si affaccia sulla Val D’Orcia.
Ma vorrei porre l’attenzione soprattutto su “Cosa significa essere indipendente” . Per me è la possibilità di portare avanti le proprie idee, poter spaziare, creare qualcosa che ti somigli e che rispecchi i tuoi valori. Penso sia bellissimo.
Probabilmente in questo settore in particolare, far parte di un gruppo del quale non condividi in toto i valori potrebbe dar vita a una situazione complessa da portare avanti. Correggimi se sbaglio.
Certamente, Anche se devo ringraziare il mio lavoro precedente, mi ha formata, mi ha trasmesso molto, non potrei parlare male. In quella circostanza si partiva da una richiesta, spesso legata ad un’esigenza di mercato, ora ho l’occasione di realizzare quello che ho in mente.
Un aneddoto di quel periodo di transizione che ricordi con piacere e che vuoi condividere con i lettori di Wait!Fashion?
Mi piacerebbe poter condividere com’è nata l’idea del rituale. Stavo vivendo un momento particolare della mia vita. Ero diventata mamma, avevo cambiato il mio corpo che non era più solo mio, mi ero trasferita, avevo di fronte una rinnovata realtà. Nonostante lo avessi scelto, la gravidanza resta di per sé una rivoluzione. Ho deciso che dovevo fare qualcosa per me, e quel cenno d’amor proprio io l’ho trovato nella beauty routine, anche se preferisco chiamarla beauty ritual.
Uno spazio temporale della mattina e dalla sera, dove mi dedicavo a fare la doccia, lavavo i denti. Cose semplici che facevo per me stessa, caricavo quel frangente perché mi serviva per affrontare tutta la giornata. Tutt’ora lo mantengo con costanza.
Secondo me è un bellissimo messaggio, perché presto o tardi ci arriviamo, capiamo che dobbiamo ritagliare a noi stesse un momento esclusivo. Magari all’inizio un po’ impacciate, non troppo convinte, però sperimentando capiamo che è effettivamente qualcosa che ti cambia. Cosa pensi della correlazione tra mente e pelle?
Io personalmente ho una visione olistica della cosmesi, pelle e mente sono strettamente collegati. Le cellule dell’epidermide e le cellule celebrali hanno la stessa origine.
Quale filosofia credi ti contraddistingua?
Io ho coniato il nome della mia filosofia e l’ho nominata slow beauty care, richiama lo slow food, e ha un significato simile. Nel concreto è la necessità di rallentare i tempi, avere una visione più umana del beauty. Si articola in 3 punti:
- cultura cosmetica: l’attenzione agli ingredienti, la loro storia, e tutta una serie di aspetti che ruotano attorno al cosmetico finito
- ascolto della propria pelle: andiamo sempre di fretta, non ci accorgiamo di cosa stia effettivamente succedendo, e non troviamo il tempo di ascoltare cosa la pelle abbia da dire. L’ascolto è la chiave per la personalizzazione di un rituale.
- rituale: costituito dal respiro per iniziare con la giusta tranquillità, si passa poi all’applicazione dei prodotti (in sequenza), e si conclude con un sorriso allo specchio, per coronare il momento con un mood diverso. Non risolverà i problemi, ma un umore più sereno non è male.
Racconteresti come nasce un siero di SaekaSkincare?
Nasce da un’idea, che dev’essere analizzata e sviscerata per capire prima di tutto la fattibilità. Cerco le materie prime nel territorio, passo alla formulazione e i successivi test per comprendere quali sono le formulazioni da portare avanti. Si fa uno studio per quanto riguarda la microbiologia del prodotto, e un’infinità di rigorosi test, come ad esempio: dermocompatibilità e stabilità del prodotto, per mimare il comportamento del cosmetico nel tempo. Se va tutto come sperato si passa alla produzione e il pack.
Vogliamo parlare della base in legno che accompagna i tuoi sieri?
Volevo qualcosa che tenesse insieme i sieri e allo stesso tempo facilitasse la visualizzazione della sequenza di applicazione. La base in legno mi ricorda tokonoma, uno scalino che si trova nelle case giapponesi, sul quale a nessuno è consentito salire. Viene considerato sacro, solitamente viene poggiato sopra un quadro o una pianta.
Mi piace pensare sia simile per questa tavoletta. Inoltre, non avendo aggiunto fragranze ai miei sieri, il legno compensa con la sua naturale profumazione.
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Ricollegandoci alle tue origini giapponesi, cosa rappresentano per te in questo percorso?
Mia mamma è giapponese, è arrivata in Italia, si è sposata e ha avuto tre figli, di cui io sono la seconda. La cultura giapponese è sempre stata molto sentita in casa, vengo da una famiglia tradizionalista, quindi io stessa ho sempre sentito il suo influsso. Mi ricordo quando ero piccola, i 3 mesi di vacanza dalla scuola li passavo in Giappone. Gli studenti del posto ne avevano solo uno. Ho avuto modo di immergermi nella filosofia e il modo di vivere, in maniera concreta, non in qualità di turista, nella splendida casa di mia nonna. Metto insieme la Toscana, per quanto riguarda le materie prime e il Giappone per la filosofia.
Hai in mente di implementare qualche nuovo prodotto? Anche se è presto, perché ricordiamo ai nostri lettori che a breve aprirai il tuo shop, dove si potranno acquistare i tre sieri. Se sì quale? Ovviamente solo se puoi rivelarlo ai lettori.
Sicuramente ho intenzione di implementare dei prodotti. Nuovi sieri, esplorare il campo della detergenza che mi piace molto e le creme. Dipenderà anche dalle aspettative della community.
Colgo l’occasione per farti una domanda a tal proposito. Credi sia semplice per un brand appena nato creare una community? Cosa hai avuto modo di sperimentare su te stessa?
Ho studiato molto su come poter utilizzare Instagram al meglio. Ho dedotto che l’unica strategia possibile per un piccolo brand è metterci del proprio, far capire alle persone chi sei e i tuoi valori, l’esposizione del prodotto verrà di seguito.
Qualche progetto per il futuro?
Ne ho tantissimi, stanotte mi sono svegliata nel bel mezzo della notte per un’idea. Per questa ragione ho sempre il mio taccuino con me. Se vado a camminare, in particolare, mi devo appuntare tutto, perché è facile che piovano idee su post e dettagli del mio business. A breve uscirà il sito e invito i lettori a visitarlo, troveranno i sieri da acquistare e la newsletter al quale iscriversi dove potranno usufruire della personalizzazione del loro rituale beauty e altre sorprese.
Parlando di progetti più in grande, sogno di far avvicinare i clienti al territorio. Per me è tutto, se non fosse stato per il luogo non avrei fatto quello che ho fatto.
Mi piacerebbe creare delle esperienze strutturate, ho già qualche idea, ma vedremo.
Per concludere, mi piacerebbe che il mio marchio segua un percorso sempre più sostenibile.
Cosa diresti a chi ancora non conosce Saeka Skincare? Cosa contraddistingue il marchio?
Il mio brand è costituito da una linea di cosmetici naturali, i cui ingredienti chiave provengono dalla campagna toscana e si sposano con i principi olistici della filosofia orientale. Sono prodotti lavorati a mano in piccoli lotti, costituiti da ingredienti selezionati per la loro qualità ed efficacia tradizionale. Attualmente la linea è organizzato in tre sieri viso, HYDRA, PROAGE,NUTRI, al loro interno troviamo rispettivamente: miele, vino e olio di oliva. Tre ingredienti a km0.
Il ragazzo che mi fornisce il miele si chiama Giacomo Sbrilli ed è un piccolo apicoltore amiatino, ha un piccolo negozio ad Abbadia Sand Salvatore che si chiama BeeHappy. Elena Salviucci, dell’azienda Campotondo, produce un vino autoctono molto particolare, lo stesso che troviamo nel siero ProAge. L’olio d’oliva proviene da un’azienda immersa in un contesto meraviglioso, Agriturismo Poderino di Giada Gorelli.
Per quel che riguarda i miei valori, posso dire che mi contraddistingue in particolare:
l’amore per il territorio e l’onestà. Il mondo della cosmesi credo abbia bisogno di una dimensione più umana. Io ho fiducia nell’uomo e non potrei fare altrimenti, è quello che il luogo in cui vivo mi trasmette giorno dopo giorno. Qui ho la possibilità di vedere con i miei occhi la fusione tra essere umano e natura.
La parola della Beauty Editor:
Saeka, la founder dell’omonimo brand è una persona formata e attenta ad ogni particolare del suo marchio. Ha ideato tre sieri che convivono sopra una raffinata base in legno. Ricordano una crema destrutturata. Come il piatto di uno chef, il trittico raggiunge il risultato egregiamente, focalizzandoci sull’importanza di valorizzare ogni gesto. Il sorriso con il quale concludete il vostro rituale, è lo stesso che è stato intagliato all’interno della confezione per estrarre agilmente il contenuto. L’assenza di fragranze rende la fruizione semplice anche alle pelli più sensibili. Non manca neanche la cura alle parole, perché le parole sono importanti, e quel perentorio “anti”, si spoglia dalle imposizioni e si trasforma nella preposizione “pro” accompagnando armoniosamente “age”, così nasce il siero “Proage”.
SAEKA SKINCARE CONTATTI
Instagram: @saekaskincare
Website/e-commerce: Presto disponibile
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