Materiali che comunicano un messaggio di altissima qualità e semplicità stilistica. Questa è la ricetta del brand emergente Marco Laganà che prende il nome dal suo fondatore: “un italiano con il mondo negli occhi e l’Italia nel cuore”; così ama definirsi. Dopo un periodo trascorso all’estero il giovane designer ha deciso di scommettere su se stesso e le sue capacità dando vita al suo brand di scarpe, inizialmente da uomo, e unisex dalla stagione primavera /estate 2016 .
Ci racconta il suo viaggio Marco Laganà:
Quando hai deciso di fondare il tuo eponimo brand?
Circa un anno fa. Ero a Parigi a fare uno stage a 200 euro al mese con 650 euro di affitto, ma la città era stupenda e piena di energia, stavo bene ed incontravo moltissime persone interessanti. Disegnavo scarpe per un altro brand emergente e con il proprietario tenevamo tutta la comunicazione social della Maison Pierre Hardy. Tutto perfetto se non fosse che dopo circa otto mesi ho sentito l’esigenza di chiudere ancora una volta le valige e tornare in mezzo alle fabbriche della mia zona, per cominciare un progetto tutto mio partendo dal mio Paese.
Tralasciando il lato pratico: quanto è fondamentale una scarpa nel definire il look?
A mio avviso equivale al sessantacinque per cento del look, se non di più in alcuni casi. È il punto finale su cui si focalizza lo sguardo quando viene osservato lo stile, e quello iniziale per la creazione dello stesso. Spesso mi capita di non sapere come vestirmi, decido la scarpa da calzare e quello è il punto di partenza per tutto; ed è quello che abbiamo fatto per lo shooting della nuova collezione. Andare a studiare dei look partendo dalle scarpe.
Qual è il valore aggiunto di Marco Laganà?
Il valore aggiunto di Marco Laganà è il linguaggio. La semplicità delle linee insieme alla ricercatezza dei materiali, non soltanto per le loro caratteristiche tecniche – ad esempio il Kevlar nella Pop Art Collection – ma proprio nel peso dell’utilizzo che hanno rispetto al valore della scarpa. Il tessuto della collezione primavera/estate 2016, è un tessuto “povero” rispetto ai pellami utilizzati, ma è scelto così, nemmeno doppiato, proprio perché fa parte di un linguaggio: comunica ed esprime il concetto di tutta la collezione. La progettazione è una parte fondamentale della realizzazione dei miei prodotti. Non sono uno stilista, tanto meno un artista, sono un creativo che progetta una collezione così come un architetto progetta una casa. Ogni cosa faccia parte del brand, è una parola che descrive il concetto di ogni collezione. Con le mie creazioni, voglio raccontare ed emozionare, suscitare ricordi.
Processo creativo e produttivo come si articolano?
Non ho una formazione tecnica sulla calzatura, ogni giorno imparo una marea di cose. Per questo motivo il processo produttivo e creativo devono per forza di cose nascere e svilupparsi sotto braccio. Ogni idea che viene partorita, prima di poter essere sviluppata, esigo che passi dallo sviluppo campioni, per fare in modo che l’esperienza di chi confeziona scarpe da una vita, possa prevenire eventuali eccessi di creatività irrealizzabili. Questo non significa che la vincano sempre loro; come nella creazione dei sandali OOPS! HO DIMENTICATO LA PUNTA per la collezione primavera/estate 2016 in cui abbiamo unito diverse lavorazioni provenienti da mondi diversi per raggiungere l’obiettivo che avevamo.
Quali sono le difficoltà che hai riscontrato nel far emergere il tuo brand?
Per prima cosa creare il giusto team è fondamentale per esser pronti ad affrontare il mondo esterno, ed è una cosa con cui comunque si “combatte” ogni giorno. Oltre a questo c’è la difficoltà di comunicare con le persone e convincerle che il progetto abbia oggettivamente valore; questo per me è stato il passaggio più bello, sebbene il più complicato. In ultimo, selezionare collaboratori esterni ed interlocutori diretti per quanto riguarda la gestione commerciale, anche quest’ultima una sfida quotidiana.
Progetti futuri?
Fortunatamente molti. A partire da Novembre prenderò parte alla mostra “Il Nuovo vocabolario della moda italiana” alla Triennale di Milano, che sarà aperta fino a marzo 2016. È in fase di definizione una collaborazione con un bellissimo store di Milano con cui ho sviluppato un progetto anche artistico che è previsto in uscita per il Salone del Mobile. Infine l’uscita per gennaio/febbraio della nuova collezione autunno-inverno unisex per il 2016.17, e tante altre cose.
ph courtesy: Marco Laganà
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