Ci sono poche verità al mondo. Una di esse la ciclicità del tempo e delle cose che lo abitano. Anche Mantero 1902, fa parte delle realtà soggette a viverne gli alti e bassi. Le sue regole non scritte. L’azienda ha una lunga storia: nasce più di cento anni fa, grazie all’intuito di un nucleo familiare, il quale ha deciso di enfatizzare ciò che il suo territorio, la Lombardia, aveva da offrire.
Da quando Riccardo Mantero fonda l’azienda nel 1902 molto è cambiato. Tranne due aspetti: la creazione di accessori made in Italy, anzi, made in Como, e una guida ancora oggi sotto il segno dell’ideatore. Infatti, a guidare il brand è Lucia Mantero (1977), entrata in azienda come responsabile di tutta lʼarea di sviluppo prodotto. Dal suo ingresso il percorso di Mantero 1902 prende una connotazione creativa di notevole impatto. Grazie a un amore definito genetico per le stampe, e una passione personale per l’arte, la natura e i viaggi, le nuove creazioni rispecchiano la strada contemporanea del brand, il quale si è rinforzato dopo il decennio di crisi globale. Come, del resto, molte aziende prima.
Gli ingredienti del successo della compagnia sono molti, e molti riguardano il valore intrinseco di ogni pezzo realizzato: il tessuto per eccellenza è il twill di seta, scelto per la sua versatilità e la resa del colore, ma allʼinterno della collezione si trovano tessuti nobili e pregiati, come il crêpe de chine, la lana unita alla seta, le garze di cashmere, il voile satin e gli chiffon. Le finiture, inoltre, sono accurate nonché, spesso, artigianali.
Dal contenuto alla forma, nulla è lasciato al caso. Infatti anche a livello estetico e pratico il nuovo corso del brand sta riscuotendo consensi. Forse è per le collezioni che chiamano accessori e dintorni. Il motivo di tale epiteto è che un foulard può essere indossato come top, gonna. Abbinato a un paio di sneakers o usato come cintura, su un abito total-black. E le immagini della campagna primavera-estate 2019 confermano questo aspetto.
Mantero 1902 è tornata a splendere. Non solo come ai tempi prima della crisi economica, ma anche per quanto riguarda le scelte stilistiche, le quali risultano fresche, originali e, soprattutto, interamente italiane. Avveniva così in passato e oggi, grazie alle realtà del settore come quella guida dalla quarta generazione.
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