Ribelle, appassionata, fuori dagli schemi. Vivienne Westwood rappresenta il trittico ma anche molto di più. La sua storia estetica aggiunge, ancora oggi, parole come inclusione, artigianalità, etica. Sopratutto sui temi legati all’ambiente – non a caso, appena un mese fa la designer ha vinto lo Swarovski Award For Positive Change. E un cambiamento positivo si è visto a Londra, domenica 17 febbraio, sulla passerella in cui ha sfilato la collezione autunno-inverno 2019.
Modelli di ogni taglia ed età, ognuno con il proprio vissuto, felice o traumatico che fosse – infatti, tra gli altri, sulla catwalk era presente anche l’attrice e attivista Rose McGowan – non hanno vestito solo degli abiti, ma anche un messaggio, ovvero quello che la moda serve per riflettere, attraverso il suo vocabolario, personalizzato di stilista in stilista. Nel caso di Westwood l’obiettivo è quello di fare pensare concretamente al fatto che siamo umani – nonostante il cyberspazio continui a coinvolgerci sempre di più, sganciandoci dalla realtà – e dobbiamo capire come salvaguardare il pianeta Terra per andare avanti. Ma come? Gli intellettuali salveranno il mondo. L’idea platonica del brand vuole proprio che siano queste figure a evitare la catastrofe, condensata in diversi punti molti dei quali ignorati della massa.
«L’ipotesi è che rimarrà 1 miliardo di persone entro la fine di questo secolo; gli scienziati sanno che accadrà, ma non sanno esattamente quando. Il consumo è nemico della cultura. Tutti sanno che rot$ è il meccanismo che favorisce chi è già ricco tassando chi è già povero. La democrazia prospera solo quando raggiungiamo una distribuzione omogenea della ricchezza. La risposta è 1: world rent. rot$ è la causa della morte del mondo. rot$ si autodistuggerà + il mondo si autodistruggerà insieme a lui.» Sono solo alcuni dei punti inseriti nel manifesto ideale, reso tangibile dai capi in puro stile Westwood, enfatizzati da uno styling ricavato dalle opere d’arte appartenenti alla Vivienne Westwood Foundation.
Il marchio, dagli anni Settanta porta avanti il suo impegno, il quale si traduce in una moda non fine a se stessa, e l’ultima collezione ne è l’esempio apicale, poiché non tradisce le aspettative eppure ne apporta di nuove. Specialmente nell’urlo al mondo di essere più consapevole di ciò che lo circonda.
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