Se pensiamo alle scarpe nel Ventunesimo secolo, sicuramente non abbiamo limiti. Ci viene in mente ogni tipo di eccesso: penso alle Dr. Martens Jadon Strap, alle Buffalo, ai texani di Saint Laurent con i glitter dalla shadow che dall’argento più glamour passa al fucsia più genderless. Mi verrebbe in mente di tutto. Ma una cosa le accomunerebbe tutte: il gusto eccentrico e ribelle per l’eccesso.
Julia Toledano forse pensa la stessa cosa. Figlia di uno dei magnati della moda, Sidney Toledano, CEO del comparto moda del gruppo LVMH ed ex CEO di Dior, ha alle spalle un’infinita esperienza tra abiti e accessori. Il suo passato creativo si muove infatti tra il giornalismo e lo styling.
Nel 2018 Julia apre, insieme ad Oliver Leone, Nodaleto. Il nome, così particolare, non è altro che l’unione (al contrario) delle sillabe che compongono il cognome: no-da-le-to.
Nodaleto è un brand di calzature donna che fa dell‘estetica giovanile e femminile contemporanea, fatta da un mix tra stile college e sensualità, il suo punto forte e imprescindibile.
Forse è per questo che tutte le influencer e le attrici ne stanno andando pazze: da Anne-Laure Mais a Camille di Emily In Paris (con la cura dei costumi di niente meno che Patricia Field, la costumista di Sex And The City).
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Come le descriveremmo se potessimo dirlo in parole..per così dire “semplici“?
Diciamo così: prendete Marc Jacobs, i fiori di Daisy (enormi, colorati ma elegantissimi), la pop-culture, il divertimento e l’eccesso giovanile. Dopo uniteli allo stile “school“, da brava ragazza (o quasi), come Britney nel video di Toxic. Prendete tutta questa estetica e applicatela ad una scarpa classica come la Mary Jane, talmente minimal da poter essere rivisitata un innumerevole quantità di volte, senza mai perdere la sua cifra stilistica fondamentale: ecco a voi, ‘et voilà’ direbbero i francesi, avete la Mary Jane di Nodaleto, che si gonfia sul tacco come uno dei palloncini di Koons.
Fattura veneziana, prodotte in Italia dal distretto calzaturiero del Brenta; ispirazione Venice Beach (che ultimamente sta andando forte, vedi ERL di Eli Russel Linnetz).
Era facile? Forse no, ma qualcuno dice “Nothing worth having comes easy”.
Le potete trovare qui
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