La Central Saint Martins è da sempre una culla per promettenti astri nascenti. Giovani designer impazienti di farsi spazio all’interno di un mondo pronto, nonostante ipocrite ed ignoranti convenzioni, ad accogliere la loro eccentrica ma mai scontata identità. Talenti talvolta sottovalutati o forse non del tutto compresi. Non esiste conformità o approvazione, ma solo l’arte di esprimere sé stessi. Ed è in ciò che risiede la lora genialità, la capacità di dare voce ad un messaggio che dalle strade di Londra sa percorrere interi chilometri e farsi sentire anche nel resto del mondo della moda.
Alexander McQueen, John Galliano…l’elenco potrebbe essere infinito. Molti sono i talenti usciti della più famosa Accademia di moda, ma c’è ne uno in particolare dei giorni nostri, che ha saputo farsi strada attirando l’attenzione dei più grandi maestri. Charles Jeffrey è l’esempio emblematico di come uno stile di vita anticonformista, fuori dagli schemi e ben lontano da ogni pregiudizio, possa dar vita a qualcosa di unico.
Che sia lo sguardo di Lulu Kennedy, il primo ad introdurlo sulle passerelle, o John Galliano mentre gli consegna il premio di talento emergente ai Fashion Awards 2017, o perfino le campagne con Tim Walker; Charles Jeffrey è ormai il designer del momento, e le sue collezioni sono una scoperta continua.
Locali notturni, bagni, piste da ballo, angoli e sobborghi londinesi sono il suo pane quotidiano e la sua musa ispiratrice. Perfino il suo brand è frutto di una notte brava trascorsa al Vogue Fabrics di Dalston, il locale più cult della Est London, in compagnia dei suoi amici. Avvolto da glitter e paillettes, decide di istituire una serata a tema per finanziare i suoi studi. Dalla creazione della sua prima collezione avvia il suo brand Loverboy: un esplosivo clash di riferimenti. L’ironica audacia dei club kids si mescola con il fascino elegante dei teddy boys, spingendosi anche nei cenni più remoti della generazione Brights Young Things e portandoli nel presente con qualche elemento punk.
E’ come se l’animo ribelle di Vivienne Wetswood vivesse in un’altro corpo. Loverboy non è infatti il classico brand unisex che ruota attorno alle figure genderless, tutt’altro; è l’immagine dello spirito multiculturale della capitale inglese, della sua ricchezza artistica e avanguardia pura. La regola fondamentale è, dunque: mescolare senza alcun scrupolo e abbandonare ogni concetto di perfezione. Che sia un jeans macchiato di pittura o un maglione sfilacciato e decorato con cavi di metallo; sono proprio gli errori e i difetti la vera essenza. Aggiungi poi un make up esagerato adatto ad uno scenario notturno e il look è fatto.
Basta notare la sua ultima collezione “Gloom”, presentata in occasione della London Fashion Week FW2021. 34 look di puro astrattismo e semplice arte. Leggins stampati, maglioni oversize, gonne a pieghe, pantaloncini stringati, completi in tartan, denim scucito, pennellate di pittura, scarpe borchiate, e cappelli in stile “colbacco” come quelli indossati dalle guardie inglesi ma in colori flou fanno rivivere il punk degli anni 70. A completare il tutto, un hair styling alla “Edward mani di forbice”.
Alla collezione si accompagna un video di presentazione. Tutto inizia con la testa di Jeffrey capovolta su un manichino senza braccia mentre un orologio segna il conto alla rovescia immergendoci poi in un set incompiuto mentre piccoli ritagli della collezione vengono riprodotti su una vecchia televisione. Un sorta di collage glitch su una base di suoni astratti, incomprensibili, svela la complessità e la stranezza del mondo Loverboy. Certo, sarà rivoluzionario, anticonformista, sovversivo ma non solo questo; è chiasso ed armonia, è arte e alta moda, è disperazione e speranza. Insomma, una rara cartolina di Londra firmata Charles Jeffrey.
CONTATTI
Website: loverboy.net
Instagram: @chalesjeffrey
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