Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Pietro Migliucci, designer di origini campane che ha lanciato nel 2019 un brand sostenibile, Modus Vivendi, ad oggi ribattezzato 10 05.
“Ciao Pietro, grazie per aver accettato il nostro invito. Com’è iniziato il tuo percorso nella moda? Da dove nasce Modus Vivendi?”
“Il mio percorso nella moda nasce per caso. Decisi di iscrivermi all’Accademia di belle arti di Napoli e poi ho ritrovato lì la mia strada, il mio percorso che mi ha portato ovunque in giro per il mondo. Ho infatti studiato, grazie al mio percorso ERASMUS, a Riga, Lettonia, presso l’Accademia di belle arti, e in Belgio, a Bruxelles. Dal 2019 ho deciso di curare ogni aspetto del brand MODUS VIVENDI, ad oggi 10 05_diecizerocinque.
Un “modo di vivere” è questo il concetto alla base della mia idea di moda. MODUS VIVENDI, che semplificato e puntato diventa MV, che in numeri rimani corrisponde all’anno 1005, dal quale DIECIZEROCINQUE.
La bellezza è nel nostro #MODUSVIVENDI, come un accordo provvisorio tra due parti: essenza e apparenza, basato su mutue concessioni in una tacita comprensione tra di loro, al fine di mantenere le prestazioni di normali relazioni quotidiane. Nel nostro #MODUSVIVENDI la bellezza non ha limiti dettati dall’estetica standardizzata. La bellezza non ha età, confini, luoghi comuni. La bellezza è l’essenza della vita. Vogliamo che tutti si sentano belli, senza pregiudizi o giudizio degli altri, la bellezza si trova nei modi di fare e di essere. La bellezza è invisibile agli occhi.
Il nostro logo 10 05 prende vita dai numeri romani M V.”
“Quali sono gli elementi caratteristici dei tuoi capi? Come definiresti il tuo stile?”
“10 05 si impegna ad essere un brand eco, green e soprattutto sostenibile. Ogni capsule collection è pensata in modo completamente ecosostenibile: vengono utilizzati materiali tessili riciclati, tessuti rinnovati, vecchi capi in disuso, abiti vintage destrutturati e rigenerati, materiali di scarto da rifiuti plastici materiali, patchwork di tessuti con abiti vintage, materiali da costruzione. Con un formula ” 0 inquinamento “, ogni tipo di rifiuto tessile e plastico viene utilizzato come imbottitura per bomber, giacche e accessori. Un modo per preservare la nostra amata terra, madre di tutte le bellezze. Lo stile di 10 05 è un ricercato street_wear in versione cargo con accenni e cura dei dettagli degno di un haute couture.”
“La nuova collezione è stata presentata attraverso una vera e propria performance e lancia dei messaggi molto importanti, ti va di parlarcene?”
“10 05 ha esordito a Roma, in una delle settimane della moda romana più attese di sempre, durante l’evento di AltaRoma, con la capsule collection “PLEASE FEED FAT PEOPLE”. Ho preferito far indossare la collezione a persone della quotidianità, non solo classici modelli. Infatti hanno sfilato due amiche oversize, un signore ottantenne del mio paese, due sorelle albine, un ragazzo con le protesi. Persone del tutto lontane al mondo della moda in un’unica passerella. Senza creare gruppi, cerchi o eventi dedicati. Tutti insieme, cosa che dovrebbe essere normalissima. Invece oggi si lavora su un’inclusività che tende ad escludere, come eventi dedicati ad oversizer, negozi per taglie forti, eventi di moda inclusivi che mettono alla porta ragazze affette da nanismo per immagine. Questa non è inclusione ma è prendere in giro se stessi e gli altri facendo finta di fare del bene dei confronti della società e della comunità.
La seconda tappa è stata Milano, in Piazza Duomo, il 19 febbraio 2020. Dove abbiamo presentato il nostro MANIFESTO ALLA BELLEZZA. La bellezza quotidiana, vera, semplice, è scesa finalmente in strada grazie al movimento “modus vivendi”. La manifestazione si é tenuta a Milano lo scorso 19 febbraio. La capitale della moda italiana è stata letteralmente invasa da ‘umani’ portatori di messaggi, persone normali provenienti da diverse parti del mondo, e senza distinzione di età, colore o status sociale, che muovendosi da punti diversi della città, hanno raggiunto tramite mezzi pubblici, privati o a piedi il Duomo, davanti al quale sono rimasti per 15 minuti immobili mostrando dei cartelli con dei messaggi importanti: “fashion has no size”, “fashion has no limits”, “beauty has no limits”, “in the name of freedom”, “my body is my freedom”e tantissimi altri messaggi.
Così la moda è stata fruita da tutti, abbandonando l’extra lusso e le varie gerarchie sociali.
La performance è iniziata distribuendo il ‘Manifesto alla bellezza’ per le strade della città unendoci e infiltrandoci tra la folla fino ad arrivare al Duomo, davanti all’imponente facciata gotica. Tutti i corpi, messi in fila in maniera del tutto casuale hanno atteso il LA del direttore musicale e sperimentatore Venovan il quale con un tocco di bacchetta ha diretto concettualmente il noto brano ‘Bella Ciao’.
Ogni umano ha alzato il manifesto di protesta che aveva tra le mani e come per magia ogni corpo è diventato scultura sonora per ‘15 minuti ricalcando e riproducendo, in maniera contemporanea, le guglie e la mitica facciata in marmo bianco del Duomo.
Ogni corpo emanava vibrazioni quindi suono, vibrazioni che sono frutto del contesto in cui il corpo è messo o non messo, a disagio o a proprio agio, nella città, un pò come Benjamin ha definito lo “hic et nunc”. Ogni sguardo o emozione emanata da un passante viene percepita e ritrasmessa in vibrazione dai corpi.
Dopo 15 minuti, stravolgendo i canoni dell’alta moda e del lusso della fashion week, gli “umani”sono spariti tra le viscere della città tra mezzi pubblici e stradine, per ridare aria e rigore alla storica cornice di Piazza Duomo lasciando così il fruitore incredulo dell’accaduto, con una sola testimonianza: il manifesto alla bellezza scritto appositamente per l’evento.
Come cita il manifesto: la bellezza è nel nostro modus vivendi.
E credo che questi punti siano fondamentali per il nostro Manifesto.
– La bellezza non ha limiti dettati da canoni estetici. La bellezza non ha età, nè confini, nè luoghi comuni. La bellezza è l’essenza della vita.
-Vogliamo che tutti possano sentirsi belli, senza pregiudizio o giudizio altrui, la bellezza la si trova nei modi di fare, di essere. La bellezza è invisibile agli occhi.
-Vogliamo eliminare le differenze di genere. All’unisono, senza età, razza, religione, appartenenza sociale, forma o diversità. Tutti devono essere liberi di esprimersi attraverso il proprio corpo.
-Crediamo che per sentirsi bene bisogna amarsi e non aver paura di mostrare quello che siamo, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, e dalla religione che professiamo.
– Non vogliamo categorie, gruppi o appartenenza; la moda deve essere espressione della società quotidiana, specchio della vita reale non una mera distopica utopia.
– Non vogliamo caste, antiche nicchie e indistruttibili cerchie, la moda, come l’arte, deve essere fruibile a tutti e che sia tradizionalmente innovativa, all’avanguardia su aspetto tecnico e ambientale e soprattutto che sia sostenibile.”
“La sostenibilità è uno dei punti chiave del tuo brand. Cosa significa per un brand essere sostenibile e quanto è difficile mantenere gli standard?”
“Il processo creativo ecosostenibile è da sempre parte fondamentale. Credo che la creatività faccia parte del DNA. Per alcuni è un dono, una dote innata. Non puoi farne a meno neanche quando prepari un semplice piatto di pasta. Averla abbinata alla visione green è stato il connubio perfetto. Per il discorso eco devo dire che è da sempre che evito sprechi, limito l’uso della plastica o di sostanze chimiche nocive. Faccio di tutto per limitare errori verso l’ambiente. Ma questo già nella vita privata, e molto prima che nascesse 10 05. Quindi non avrei potuto fare altrimenti anche con il mio brand. Non è semplicissimo mettere su un brand ecosostenibile, ci sono tantissime cose da tenere in considerazione. Dalla produzione, al lavaggio, alla manutenzione, passando per i canali di distribuzione, social, pubbliche relazioni. Tutto ha un impatto sull’ambiente, anche alcune cose che diamo per scontato; però allo stesso tempo più la sfida è complicata più il risultato sarà desiderato e dovrebbe essere questo il punto chiave di ogni lavoro o progetto.”
“Cosa pensi del periodo che stiamo vivendo adesso dal punto di vista della moda? In che direzione si dovrebbe andare e in cosa si dovrebbe cambiare?”
“L’unica cosa che andrebbe cambiata credo sia la sovrapproduzione. “More quality less quantity”, il motto che da sempre contraddistingue 10 05. Curare il capo al dettaglio, nei minimi particolari. Il mondo ci impone quasi di essere avanzati con la tecnologia: per questo motivo stiamo lavorando insieme al sito internet ed e-commerce ad una piattaforma dalla quale accedere e personalizzare i prodotti. Inserendo taglie, misure, tessuti (naturalmente in questo caso dipenderà dalla disponibilità dei tessuti del momento ma puntiamo su manipolazioni di tessuti, patchwork, tecniche di rivisitazione), zip, tagli e ogni particolare che si vuole aggiungere. In modo da evitare la sovrapproduzione, appunto.”
“In una chiacchierata mi dicevi che il tuo “è più un lavoro concettuale che moda indossabile”. Ti va di approfondire l’argomento?”
Il concetto di moda ideale e artsistica più che di moda indossabile, riferito alla vendibilità, credo sia fondamentale. Per gli ideali si combatte, si vive. Meglio dieci vittorie per un’ideale che mille per una moda priva di storia.”
“Quali sono i tuoi progetti futuri?”
“Prima del futuro cerchiamo di vivere il presente. Stiamo lavorando alla terza tappa del progetto. Sicuramente per l’anno prossimo, sicuramente a Napoli e sicuramente nel modo più dettagliato possibile. L’obiettivo di 10 05 è di mantenere sempre un certo grado di sartorialità, con una decisione abbastanza particolare: fino al capo numero 1000 sarà tutto fatto rigorosamente a mano e tutto total white. Come se fosse un modo di presentare il concetto materializzato ma ancora in forma embrionale. Dal millesimo capo sarà tutto da vivere.”
“Cosa consiglieresti ad uno studente che muove i primi passi verso una moda più sostenibile?”
“Il consiglio per ogni persona che cerca di portare avanti con passione e amore una scelta come quella della sostenibilità è quello di lavorare prima sulle proprie scelte personali, quelle di vita quotidiana, per poi riportare il tutto nel mondo della moda.”
“Dove possiamo acquistare i tuoi capi?”
“Ogni capo di 10 05 è completamente confezionato a mano. Unico e certificato sia nel design che nella sua, appunto, unicità da un’etichetta che ne riporta la sartorialità, produzione e numero del capo. Sono acquistabili in diversi pop up store in giro per l’Italia. Da Milano, presso “5way” in via Fiori Chiari a Brera, a Roma, Torino, Napoli. A breve anche a Riga in Lettonia nel concept store “Bangbang store”. E stiamo lavorando al nostro sito internet e e-commerce personale. Speriamo nel lancio per inizio 2021.”
Per saperne di più date un’occhiata alla pagina Instagram del brand!
Leggi anche l’intervista ai fondatori del brand di eyewear GLASSING!
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