Eva e Carolina ci raccontano la storia del loro brand milanese Acidalatte, un marchio emergente, giocoso e vivace, che coniuga innovazione e sensibilità attraverso manipolazione e lavorazione artistica dei tessuti.
In un’estetica fanciullesca, alla ricerca del proprio bambino interiore, il brand propone capi e accessori handmade unici nel loro genere, realizzati sia con materiali nuovi che riciclati.
Ciao ragazze! grazie per aver accettato il nostro invito. Per rompere il ghiaccio vi chiediamo subito: come nasce Acidalatte?
Ciao a voi, è sempre un piacere poterci raccontare.
Acidalatte nasce a settembre dell’anno scorso, dall’unione delle nostre due menti creative (Eva e Carolina). Ci siamo laureate entrambe il 14 febbraio 2020, dopo la quarantena avevamo (e abbiamo tutt’ora) una grande voglia di esprimerci, di creare qualcosa che ci facesse emozionare. Così è nato il progetto di Acidalatte.
Cosa significa Acidalatte? Perché questo nome?
Acidalatte è l’insieme di due parole: “Acida” rappresenta la nostra parte più matura, più “sporca”, più consapevole; “Latte”, al contrario, riassume l’animo bambino e candido che è perennemente dentro di noi.
Il vostro è un brand basato su upcycling e unicità dei prodotti, potreste spiegarci il motivo e i pro e i contro di questa scelta?
I motivi di questa scelta sono molteplici, e non possono essere che tutti positivi.
Possedere un capo unico in tutto il mondo, realizzato con materiali realmente riciclati, cucito a mano direttamente dalle due designer che lo hanno progettato.
L’appartenenza ad un mondo che in qualche modo fai tuo, sempre.
Per noi è una grande gioia.
Qual è il processo creativo e produttivo che sta dietro a ogni pezzo di Acidalatte?
Tutto parte dalla ricerca continua di tessuti, oggetti e accessori di seconda mano.
Amici, conoscenti e parenti ci aprono continuamente le porte delle loro case per selezionare materiale (spesso davvero unico).
Successivamente, progettiamo: sperimentiamo nuove tecniche, disegniamo nuovi modelli, ricerchiamo ispirazione da qualunque cosa vediamo, percepiamo, studiamo.
Infine, vi è la parte pratica, il momento in cui il capo prende forma.
In che modo scegliete e procurate i materiali che vanno a comporre i vostri capi?
Come abbiamo risposto nella precedente domanda, i nostri amici e parenti hanno imparato a sopportarci (e supportarci).
Passiamo intere giornate alla ricerca di materiali, studiamo i tessuti, le forme, gli oggetti che troviamo, spesso inaspettatamente meravigliosi.
Anche molte persone a noi sconosciute ci stanno contattando per donare al progetto pezzettini delle loro vite.
Conoscere loro e la loro intimità, la loro storia, ci riempie davvero il cuore.
Da dove traete la vostra fonte di ispirazione maggiore?
Forse, come si è già capito, siamo entrambe due persone molto curiose. Ciò che impara una, lo trasmette all’altra. Siamo totalmente complici in un gioco di interpretazioni e sensibilità.
Acidalatte emerge in un periodo non facile: pensate che la pandemia abbia inciso in qualche modo sulla nascita del vostro brand?
Sicuramente è un periodo difficile, ma credo che Acidalatte ci abbia, in qualche modo, salvato. Ci ha permesso di creare qualcosa di totalmente nostro e ci ha dato il coraggio di farlo conoscere.
Siamo rimasti affascinati dal vostro ultimo fashion film “Graziose Inquietudini”. Come nasce l’idea per la realizzazione di questo video? Potete raccontarci qualche retroscena?
“Graziose Inquietudini” è stato scritto interamente da noi. Ci piace definire il nostro primo Fashion Film come un moodboard in movimento del nostro “Terzo Capitolo” (la terza capsule online ora sul nostro e-commerce).
La storia narra di due ragazzine che vivono la loro vita nella monotona routine del collegio femminile di Colle Malfiorito. Le loro giornate sono scandite da una serie di situazioni ripetitive dalle quali cercano di sfuggire, rifugiandosi in un mondo proprio, in cui vivono distratte con il loro amico immaginario Signor Coniglio. Eva e Carolina, a loro malgrado, divengono consapevoli della loro realtà fittizia e del peso costante di non poter vagabondare libere nelle loro graziose inquietudini.
Un retroscena?
Nulla è ciò che sembra, siamo state veramente delle attrici per interpretare due ruoli così seri e apatici: entrambe siamo emotive, sensibili e decisamente fuori dalle righe.
Cosa direste a chi ancora non vi conosce? Cosa vi contraddistingue?
Basta davvero poco per riconoscerci 😉
Quali sono i vostri sogni e progetti per il futuro?
Ogni giorno entrambe proponiamo nuove idee e nuovi progetti futuri, da venerdì 7 Maggio abbiamo iniziato a vendere da Sous Vintage Shop (Alzaia Naviglio Pavese 50 MI) una capsule creata appositamente per la boutique ispirandoci al “Capitolo Tre”.
È una grande soddisfazione vedere lavoratori e persone del settore credere nel nostro progetto.
Piccolo spoiler? Il “Capitolo Quattro” è in arrivo!!!!!
Per saperne di più:
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Se ti è piaciuto l’articolo, leggi anche:
Intervista a Federica Tosi, Founder e Designer dell’omonimo brand
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