Oggi vorremmo presentarvi Alessandro Vigilante, stilista e fondatore del suo omonimo brand emergente. Alessandro si sta affermando per i suoi abiti eleganti e ricercati, dai tessuti sostenibili che regalano libertà, movimento ed erotismo al corpo…
“Ciao Alessandro, vorrei farti conoscere meglio ai lettori di Wait. Tu come ti racconteresti?”
“Sono uno stilista, appassionato del mio lavoro e con il sogno di un brand tutto mio che è diventato realtà a settembre, quando ho presentato la mia prima collezione donna, “ATTO I”, dopo 14 anni di esperienza presso l’ufficio stile di brand conosciuti tra i quali Dolce&Gabbana, Gucci e Philosophy di Lorenzo Serafini.”
“Dopo un passato nella danza, perché hai deciso di fare della moda il tuo nuovo mondo?”
“Ho sempre voluto fare lo stilista, disegno abiti da donna da quando avevo cinque anni. La danza contemporanea è una grande passione, oggi ispirazione primaria del mio lavoro di stilista.”
“So che hai studiato allo IED di Milano. È vero che i tuoi primi abiti sono stati scelti da una giuria presieduta da Franca Sozzani, per sfilare nella settimana della moda a Milano? Ci vuoi raccontare quest’esperienza?”
“Ho vinto My Own Show nel 2007, all’ultimo anno di IED. Il concorso, creato da Vogue Italia con IED, aveva come presidente di giuria Franca Sozzani che mi scelse come vincitore creando apposta per me una menzione speciale. Il giorno della sfilata lo ricordo come il giorno più bello della mia vita, quello in cui mi sono sentito più appagato.”
“Ma parliamo del tuo giovanissimo progetto. Come nasce il brand Alessandro Vigilante? Quanto influisce l’amore che hai per la danza sull’estetica del brand?”
“Il mio brand omonimo Alessandro Vigilante nasce dall’esigenza di comunicare la mia visione estetica, grazie al know how acquisito negli anni. Tutto il mio lavoro ruota intorno al concetto di erotismo, tenendo il corpo femminile sempre al centro della scena. Il mio obiettivo è di aiutare le donne a sentirsi sicure, a proprio agio, forti, consapevoli del proprio corpo, scoprendo di volta in volta alcune parti del corpo stesso, evidenziando gli aspetti più femminili piuttosto che nasconderli. Il mio è un lavoro sul corpo e sul corpo in movimento. In questo senso chiedo sempre aiuto alla danza contemporanea, mia prima fonte di ispirazione, oggi come appassionato di danza, in passato come danzatore professionista.”
“Gli abiti sono fatti per evidenziare il corpo, per avvolgerlo, abbracciarlo e per essere vissuti dal corpo stesso.”
“A che tipo di donna ti ispiri per le tue creazioni?”
“Mi ispiro a donne forti, che non hanno paura di mostrare la loro femminilità. Mi piacciono le donne che si prendono cura di loro stesse anche attraverso la cura del corpo, attraverso lo sport, la danza, lo yoga e il pilates. Mi piacciono i corpi scolpiti dall’esercizio fisico, per questo scopro di volta in volta schiene, gambe e altre parti del corpo con effetti cut-out.”
“Sono finestre aperte sul corpo che racconta la sua storia.”
“Segui un processo produttivo sostenibile per i capi?”
“Tutti i miei capi sono made in Italy, realizzati in un’azienda di professionisti qualificati e appassionati, che lavorano secondo processi sostenibili. Utilizzo alcuni tessuti riciclati come il jersey di viscosa seconda pelle e la vegan natural rubber.”
“Alcuni tuoi abiti sono stati indossati da personaggi molto conosciuti. C’è un artista in particolare che vorresti vestire?”
“Mi piacerebbe molto vestire, tra le celebrities emergenti, Alice Pagani e Lousita Cash di Luos and the Yakuza. Tra le celebrities affermate: Zoe Kravitz, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Julianne Moore, Cate Blanchet, Rooney Mara, Margot Robbie, Dua Lipa, Rosalia. Tra le star maschili Mahmood ed Harry Styles.”
“Per il futuro che progetti hai? Come te la immagini la fase post-Covid?”
“Sto lavorando a due capsule che arricchiranno di novità la mia prima collezione ATTO I. La fase post Covid me la immagino “illuminata”. Ci sarà voglia di nuovo, di cose belle e di qualità!”
“Dove si potranno acquistare i tuoi abiti?”
“La collezione sarà venduta in showroom da gennaio!”
Leggi anche l’intervista ad Ilaria Norsa, co-founder del brand INAN STUDIO
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