Inserire in un unico oggetto correnti artistiche, riti appartenenti a una cultura particolare, quella giapponese, e il proprio gusto, non è cosa facile, soprattutto se si tratta di un’opera come il gioiello. Noshi dal 2015 elabora, collezione dopo collezione, questa sintesi, andando così a definire la propria firma come marchio di bijoux dall’aspetto geometrico ma dal contenuto concettuale. Il brand, nato da un’idea di Elisabetta Colelli che è anche il direttore creativo, richiama di proposito la tradizione nipponica dell’origami, non solo nell’aspetto lineare, ma anche nella cura con cui ogni monile viene prodotto: tutta la filiera produttiva è made in Italy.
E se il mondo della Bauhaus, di Ettore Sottsass e Carlo Scarpa, insieme alla musica di David Bowie sono una costante leva ispiratrice, materiali come l’ottone, l’onice e l’ematite, vengo lavorati per raggiungere un’incredibile leggerezza materica e un’estetica tipicamente femminile. Nonostante quest’ultimo dettaglio però, ogni modello appare molto versatile, tanto da essere indossato su un look street style oppure su un abito da sera.
Per la collezione dedicata al prossimo inverno, la designer pugliese si insinua nel mondo degli anni ’80, periodo in cui la tradizione orafa era particolarmente florida. A questo arco temporale associa poi dettagli razionali, mescolando geometrie minimal della linea Shilab con il punk bon-ton della Shicon. E se Ugo Correani, celebre designer di bijoux che ha collaborato, tra gli altri, con Gianni Versace, Krizia e Giorgio Armani, è la musa inedita per Noshi, il design ricercato è il segno che mette in equilibrio ogni gioiello. Promettente.
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