Tutto ha inizio da un ricordo familiare, da un oggetto paterno. Una traccia che ha dato inizio al percorso di designer per il proprio brand di Eleonora Moccia, romana, fondatrice nel 2012 di Trenta7, marchio di calzature made in Italy dal carattere indipendente e un’estetica diversa, e per questo interessante, rispetto a tutte le altre proposte di mercato contemporanee. Il suo passato risulta così la chiave di lettura dei suoi codici stilistici, andando così a costituire passo dopo passo la sua idea aziendale proiettata verso il futuro.
Eleonora, Trenta7 è nato cinque anni fa. Che cosa è cambiato dal giorno in cui hai fondato il tuo marchio di scarpe e quali aspetti, invece, sono rimasti inalterati?
Dopo cinque anni sicuramente ciò che è cambiato è l’esperienza e le competenze acquisite nel settore. Ciò che invece è rimasto invariato è la passione e la volontà di costruire sempre di più.
Il tuo percorso però inizia qualche anno prima e ti vede lavorare in importanti case italiane del settore calzaturiero. Cosa c’è di quelle esperienze nel tuo approccio creativo?
Quando si lavora per grandi aziende si ha la possibilità di imparare moltissimo e “rubare con gli occhi” ogni minimo dettaglio. Ognuna di queste realtà mi ha regalato elementi importanti, sia creativi che umani, che mi permettono oggi di vivere il mio brand sapendo valutare e gestire sia gli aspetti positivi che quelli negativi di questo settore.
Qual è il valore emotivo che attribuisci alle scarpe?
La scarpa per me, come credo per la maggior parte delle donne, rappresenta un elemento di assoluta importanza sia a livello emotivo che a livello prettamente stilistico. Essa può rappresentare uno stile, una personalità, uno stato d’animo. In tutte le mie creazioni quindi cerco di inserire questi elementi con l’obiettivo di emozionare chi poi le indosserà.
Com’è nata l’iconica chiusura a cartella che è il tratto distintivo di Trenta7?
È nata dal ricordo di una borsa da lavoro che aveva mio padre a cui ero particolarmente legata, la classica 24 ore con doppia chiusura “tuc”. Ho voluto ridarle una nuova vita trasformandola in una scarpa, diventando così il primo modello Trenta7: l’iconico tronchetto “VALE”.
Dal 2012 ne sono passate di collezioni, a settembre i negozi esporranno la linea per il prossimo inverno. Pensi sempre alla stessa donna che le andrà a vestire, oppure cambia in base ai modelli?
La donna a cui mi ispiro e a cui penso per le mie collezioni è sempre la stessa: una donna che ama lo stile ricercato, raffinato ma allo stesso tempo ironica e intraprendente.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
I progetti futuri sono legati ovviamente all’amplificazione di quello che, ancora ad oggi, è una piccola realtà in crescita. L’obiettivo principale quindi è quello di allargare sempre di più la rete distributiva e far diventare Trenta7 un brand affermato, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
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