Sa quello che vuole Dimitrij Gibshman, giovane fashion designer ucraino. Lo ha dimostrato un anno fa quando ha fondato il suo marchio d moda Gibsh, sfilando ai Mercedes-Benz Kiev Fashion Days con la collezione autunno/inverno 2017-18. Ma questa sua determinazione la esprime anche in questa intervista, in cui racconta del suo marchio, dello stile e della collezione primavera/estate 2018, che accompagna qui le sue parole.
Dimitrij quando ti sei reso conto che “fare” moda sarebbe stata la tua professione e, da allora, perché hai deciso di fondare il tuo marchio?
Volevo essere produttore, fare videoclip, volevo avere la mia agenzia creativa, scattare fotografie e così via. Sono tutti elementi che, se ci pensi hanno a che fare con la moda. Ho sempre saputo che disegnare abiti non sarebbe quindi stato impossibile, ma vivo in un paese con una situazione economica problematica e creare la propria etichetta di moda è molto rischioso. Ho cercato di andare avanti con pazienza, concentrandomi su quello che volevo fare. Così, con onestà e rispetto per me stesso ho deciso di fondare Gibsh, il quale penso stia andando piuttosto bene.
Recentemente hai presentato la tua collezione S/S 2018, la seconda. Oltre ai materiali e agli altri aspetti tangibili, quali elementi intangibili di questa differiscono dalla prima?
A mio parere la seconda collezione è più facile. In essa scorre un filo ideologico che la contraddistingue. Tra le varie influenze, la più interessante è lo sport chic, il quale rende gli abiti da sera di questa collezione assumere un look inaspettato. Ho realizzato i vestiti partendo dal tessuto che si usa per le t-shirt, una scelta non comune. Ed è una riflessione sul fatto che il mondo di oggi si sta allontanando dal lusso. La seconda collezione è veramente importante per me perché è la mia prima per la primavera, ho potuto sperimentare sui tessuti, trovando dei pesi molto leggeri. Quando ho ideato questi capi non ho pensato all’aspetto commerciale: non ci sono raincoats e altri indumenti tipici di quella stagione, ma solo vestiti, magliette e pantaloni.
Cosa significa per te il verbo “sperimentare”?
Significa andare sempre avanti, continuare a creare e trovare qualcosa di nuovo. È come quando si creano nuovi jeans assolutsmente diversi dagli altri. Significa migliorare ogni giorno.
Sei stato a Milano, al Super. Quale differenze hai notato tra la cultura della moda italiana e quella ucraina?
Ero lì a presentare la mia collezione e non ho avuto molto modo di potere esaminare questo aspetto. Ho visto delle persone gradevoli, in particolare gli uomini italiani, che sono diversi da coloro che vengono dal mio paese, perché non hanno paura della moda, capiscono che fa parte della loro cultura. Ho notato che voi amate veramente i vestiti dei marchi italiani, alcune persone preferisocno indossare Gucci e Dolce & Gabbana, apparendo così molto trendy. Per quanto riguarda l’Ucraina, è diverso: esistono molte persone prive di guesto, soprattutto i più anziani. Ma naturalmente ci sono giovani che sono favolosi ed eleganti qui a Kiev, lavoro con loro e mi piace guardare come si vestono. Soprattutto i giovani che riescono a mescolare elegantemente vari tipi di look ed essere innovativi. Senza dubbio le nuove generazioni amano Vetements, Balenciaga, Rubchinskiy, Raf Simons, Nike, Adidas… Mischiano tutto quello che vedono e lo rendono interessante.
Racconta l’intero processo di creazione-produzione:
È quello classico: si disegnano gli schizzi e poi si va all’atelier a mostrarle. Quando i vestiti sono pronti, si procede con la sfilata di moda, realizziamo gli ordini e così via. È un processo importante che include il lavoro di una grande quantità di persone.
Quale tipo di moda propone Gibsh?
Gibsh è un brand interessante perché produce abiti per giovani che si vogliono bene e si rispettano. Mi sembra sia qualcosa di nuovo per il nostro mondo. Vorrei che la gente si senta libera di esprimere se stessa, la loro libertà e sessualità attraverso le collezioni Gibsh. A dire la verità non conoscono i miei clienti, non produco per persone specifiche. Infatti sono molto contento quando persone di diversa estrazione acquistano i miei vestiti. Non mi importa chi sono. L’importante è che nel momento dell’acquisto fossero contenti.
Progetti per il futuro?
Per la mia prossima collezione ho intenzione di realizzare dell’abbigliamento maschile. Voglio creare vestiti non solo per le donne. In futuro vorrei rendere Gibsh un marchio di successo e globale, riconosciuto in tutto il mondo. Vorrei vedere persone provenienti da diversi paesi che indossare le mie cose, è molto importante e gratificante per me. Voglio lavorare in avanti e vincere i cuori e le menti delle persone: questo è il mio progetto.
Photographer: Sonia Voznyak
Stylist: Dmitriy Gibshman
Mua: Maria Sova
Model: Vita F. (1 mother agency)
Assistent stylist: Ilya Chernyshevsky
You might also like
More from Fashion
Sandali da bambino? Date un’occhiata all’offerta del brand Primigi!
I sandali rappresentano un must in estate, e questo non vale solo per gli adulti. Anche i bimbi, infatti, hanno …
Loro Piana accusata di non retribuire i suoi lavoratori indigeni in Perù
"Le nostre eccellenze": questa la value proposition che si trova sul sito ufficiale di Loro Piana alla sezione “viçuna”. E in effetti …
Meet the brand: Halíte – make it salty!
Essenziale, ma preziosa. Disinvolta, ma curata. Semplice, ma ricercata. L’anima poliedrica di HALÍTE racchiude in sé tutti questi aspetti, proprio …