Come mai Creative Recreation non decolla in italia? E come mai non è quasi mai decollata in Europa?
Eppure se vedi questa preview della collezione pe 2015 l’impatto è quello di un marchio di alto livello, dai tratti luxury. Se non stessi a verificare il brand, le sneakers ad un primo colpo d’occhio potrebbero appartenere a collezioni di brand blasonatissimi dell hi-fashion.
E poi vai a vedere il prezzo e scopri che queste hi top con pelle a stampa in coccodrillo bianco e zip laterali costano poco più di 100 euro e che i modelli bassi vengono anche 60-80 euro. O giù di li.
Negli USA il brand da sempre veleggia forte. Da noi, invece a mio avviso paga la scarsa personalità.
E’ l’epoca dei mono-prodotti. Brand che vivono il loro successo sulla base di 2 o 3 modelli su cui si varia nei colori, nei materiali, nei dettagli. Di stagione in stagione si fa un piccolo cambio. Solo quando serve. Pensiamo al successo di Golden Goose, che sono anni che procede con quei 2 o 3 modelli, salvo inserire ogni stagione qualche piccola novità, ma anche agli sneaker brand con un pubblico più ampio come Vans e Nike. Dove il pubblico abbraccia di stagione in stagione un paio di modelli.
Ecco da noi Creative non è mai riuscita a imporre quei modelli rappresentativi che entrino nell’immaginario popolare.
Invece in America, in un mercato molto più ampio ed eclettico, il rapporto qualità prezzo puo’ ancora dire la sua se supportato da un brand noto ed affidabile, al di là della maniacalità e dai mono-prodotti, che, per dirla tutta, da noi di contro, tendono spesso a mostrarci di stagione in stagione, lo stesso brand, lo stesso modello ai piedi di tantissime (forse troppe) persone, fino, spesso, a bruciare un prodotto facendolo vivere di fiammate (e inflazionamenti) immediati. Anche pericolosi. Se sei Nike, dopo che hai bruciato le Blazer, tiri fuori le Roshe. Se sei Kawasaki, dopo che hai bruciato l’unico modello esistente, vai a casa. Fino a quando non ti ripescano.
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