Il valore del mezzo, al fine di esprimersi. Il medium, inteso come testo, è da sempre lo strumento con cui i soggetti comunicano. Noi. Ognuno sceglie il suo: chi la fotografia, chi la pittura, chi lo sport. Altri dei materiali veri e propri, tangibili in senso organico, soprattutto nel mondo della moda, un’industria basata non solo sulla forma di un abito, ma anche e soprattutto su con che cosa esso è imbastito. Tra i brand sul mercato emerge in tal senso Boboutic.
La maglia è lo strumento che va a legare il concetto di moda del marchio con le clienti, le quali indossano le creazioni che ne scaturiscono. Sperimentazione e creazione si auto-alimentano nel laboratorio fiorentino in cui il lavoro è basato su una continua ricerca, svolta da Michel Bergamo e Cristina Zamagni, i fondatori dall’anno 2000.
Da sempre hanno ben preciso il loro obiettivo, ossia quello di “realizzare capi che abbiano senso non limitatamente alla stagione, ma prolungati nel tempo.” Dichiara la coppia. Torna qui la tradizione, intesa come quell’estetica e approccio timeless, tipico dell’artigianato nostrano. E da questa radice emerge un altro aspetto: l’idea di donare al corpo abiti studiati nei minimi dettagli, benché preponderante sia uno stile sobrio enfatizzato da materiali di alta qualità.
Ogni capo racconta il loro percorso, la crescita professionale del duo, infatti “ogni volta che pensiamo alla nuova collezione non è mai un progetto ex novo: il punto di partenza è sempre una base che viene perfezionata, cerchiamo di spostare i limiti della tecnica. Ci piace associare il nostro lavoro ad una disciplina che in fotografia si chiama latitudine di posa, ovvero esposizioni più lunghe che per questo permettono la correzione di un errore più ampia”.
E il mezzo fotografico permette di osservare le immagini, scattate da Zamagni, le quali raccontano figurativamente la collezione per il prossimo inverno, in cui il brand fiorentino, riflette sul rapporto tra animale, uomo e macchina. In particolare sul ruolo dell’essere umano che in questo caso specifico ha la facoltà di osservare, giocare e comporre il dialogo tra l’elemento freddo (la macchina) e l’elemento caldo (l’animale). La silhouette rispecchia l’archetipo del brand, richiamando un’estetica raffinata data dall’unione di tessuti e colori naturali, ed è il caso di dire in ogni loro aspetto: non hanno subito alcun trattamento chimico. Chapeau.
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