“L’Italia per me significa l’inizio del mio mondo creativo, è il luogo in cui ho imparato che la bellezza si manifesta in modi diversi, è la mia scuola”. Così esordisce Barbara Sánchez Kane, stilista di origini messicane, già studentessa del Polimoda, a Firenze. E se il Bel Paese è l’avvio del suo zeitgeist come designer, Margiela e la moda sperimentale degli anni Novanta, sono lo spunto estetico. A cui si aggiunge l’arte, ispirante non solo lo stile ma anche il modo stesso con cui Kane presenta le collezioni del suo brand SÁNCHEZ-KANE, fondato nel 2016, ossia, attraverso delle installazioni o performance.
Barbara, qual è l’idea di moda dietro al tuo marchio SÁNCHEZ-KANE ed è con questo punto di vista che hai deciso di fondarlo?
SÁNCHEZ-KANE è nato due anni fa per rendere tangibili i miei pensieri. È un mezzo di espressione attraverso il quale invito tutti a raggrupparsi a levitare con me.
Hai studiato al Polimoda. Quali aspetti, questo tipo di scuole, contribuiscono a spiegare e cosa, invece, un designer emergente impara sul campo?
Penso che la scuola e la città contribuiscano al tuo processo creativo e influenzino il tuo lavoro e il modo in cui ti avvicini ai tuoi progetti.
Sei messicana, ma hai sfilato a New York per tre stagioni. Il tuo intento è quello di portare nel mondo i tratti estetici della moda, tipici del tuo paese. Viste le recenti notizie politiche, che vedono ancora i confini, non solo geografici, tra i due paesi in questione, quale pensi sia il ruolo del settore in cui lavori? Un atto creativo può davvero rendere le persone consapevoli di determinati problemi?
Sì. La moda è sempre stata usata per ragioni politiche, possiamo vedere il riavvio dell’economia francese con Dior o quello che la minigonna ha fatto al movimento delle donne.
Definisci le tue collezioni come installazioni, andando oltre il concetto di presentare solo abiti in passerella. Che rapporto hai con l’arte contemporanea e quali aspetti di essa si trovano nella tua ultima collezione, Macho Sentimental?
Penso che non ci sia alcuna divisione tra di loro. Mi ispiro molto ad artisti come Ana Mendieta, e puoi vedere molte rimandi a Frida Khalo e Diego Rivera, soprattutto sul loro amore e la relazione distruttiva che hanno vissuto.
Tra i marchi storici, quali sono quelli con cui hai più affinità, in termini di stile?
Martin Margiela e Walter Van Beirendonck.
A Milano possiamo trovare alcuni dei tuoi pezzi selezionati al Grand Tour Studio: qual è il tuo pubblico di riferimento?
Come ho detto prima, il mio obiettivo è trovare persone inedite “disadattati”, creare un gruppo e levitare insieme a loro.
Quali sono i progetti per il futuro?
Sto per imbastire un’installazione per la settimana del design che si terrà a Città del México, inoltre e continuo a lavorare sulla collezione SS19, per settembre.
Credits:
Solar Magazine
Photo: Khristio
Styling: Raul Castilla
H&MU: Emilio Becerril
Model: Joel Islas
Set: Sebastian Narbona and Fernando Calicó
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