McQueen. Un titolo diretto, riconoscibile, quello del documentario diretto e prodotto da Ian Bonhôte e Peter Ettedgui. Come incisiva e nella memoria è la moda di Alexander McQueen, creatore di mondi, nato nel 1969 a Londra, città nella quale si toglie la vita nel 2010.
Filmati provenienti da diversi contesti – dai backstage a quelli tratti dalle immagini di repertorio, fino a delle interviste esclusive a molti amici e alla stampa, riconoscente a Lee per aver portato nuova vita alla moda, negli anni in cui vi ha lavorato. Sarah Burton, successore dello stilista inglese come direttore creativo della maison, ha declinato all’ultimo momento l’invito. Speculatori avvisati.
Ogni tappa della vita del designer viene raccontata: da quando una delle sue muse Isabella Blow, scomparsa nel medesimo modo, gli ha consigliato di aggiungere il suo nome al marchio, poiché così facendo sarebbe risultato più elegante, fino agli ultimi anni di carriera. Immagini impresse nella storia della moda come la performance in cui una modella posa al centro della passerella, e viene dipinta da getti di inchiostro provenienti da dei robot, fino all’ologramma di Kate Moss all’interno della piramide del museo Louvre di Parigi.
In attesa di vederlo nelle sale, la prima mondiale del film, della durata di 111 minuti, si terrà a New York nel pomeriggio del 22 aprile in occasione dell’ultima edizione del Tribeca Film Festival.
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