Quando sartorialità e design convivono in un equilibrio di tessuti e forme, dando vita a uno stile preciso. Victorvictoria è tutto questo, ed è anche un’azienda a conduzione familiare che tramanda dalla fine degli anni ottanta, un’idea di moda in cui l’estetica maschile e quella femminile si uniscono pur rimanendo ben identificabili. Con questa intervista, il team, con sede a Scorzé in provincia di Venezia, introduce l’evoluzione del marchio e i progetti per il futuro.
Victorvictoria è un marchio che, da quando è nato, ha subito molte innovazioni. Quali sono invece i tratti salienti rimasti intatti?
Victorvictoria è nato nei primi anni novanta, nel periodo del “minimalismo estetico”: si procedeva per sottrazioni dopo il glamour che caratterizzava l’estetica degli anni ottanta. Dal guardaroba maschile venivano rubati capi che entravano in quello femminile (cappotti, giacche, pantaloni e camicie) creando un nuovo look più androgino. Anche oggi si procede così, tenendo presente quanto è cambiato il mondo e, di conseguenza, la moda. Resta la volontà di creare, come all’inizio, capi “timeless” di alta qualità, lavorando sulle icone dell’abbigliamento maschile e femminile.
Un vanto della vostra realtà è l’essere un’azienda a conduzione familiare. In che modo gestite le vostre mansioni stagione dopo stagione?
In Ca’ Da Mosto (il gruppo della famiglia Tegon a cui fa capo il brand, ndr), i tre figli di Sergio Tegon hanno ognuno un ruolo specifico e collaborano in modo sinergico allo sviluppo del business Victorvictoria.
La storia, sebbene recente, di Victorvictoria ha vissuto l’epoca d’oro della moda. Quanto c’è ancora di quel mondo e cosa invece è cambiato?
“Lo stile vive di pensiero, lo stilismo vive di trovate”. Oggi c’è meno stile e il mercato cerca e assorbe velocemente tutto quello che sembra stilisticamente nuovo. Victorvictoria si rivolge a chi cerca una collezione con un contenuto di design, con capi accurati e di qualità, destinati a diventare fondamentali nel guardaroba maschile e femminile.
Definite il cuore estetico del marchio un “parallelismo imperfetto” tra l’abbigliamento maschile e quello femminile. Che cosa intendete esattamente?
Maschile e femminile giocano ad avere un punto di vista differente ma medesima attitudine alla funzionalità e al buon gusto guardando agli stessi capi come in uno specchio, riflettendo la stessa attitudine ma da prospettive formale differenti, accomunate da un sofisticato parallelismo. I capi da uomo e da donna sono simili, ma mai uguali.
Quali sono i prossimi passi per il brand?
Presenteremo a giugno la collezione primavera – estate 2018 in occasione della Milano Men’s Fashion Week.
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