Guillaume Philibert ci racconta l’evoluzione del suo brand: Filling Pieces
Guillaume Philibert è il fondatore e designer di Filling Pieces: brand di Amsterdam che colma un gap tra diverse culture, persone e desideri. Muove i suoi primi passi nel mondo del fashion attraverso il footwear, per poi crescere arrivando ad introdurre anche una linea ready to wear. Grande è l’attenzione ai materiali e alla mano d’opera che si combina ad un’estetica originale, poliedrica, ma allo stesso tempo organica.
Filling Pieces First Iconic Sneakers Model – E’ iniziato tutto da qui.
In quale modo il tuo background ha plasmato il tuo DNA come designer?
Ho studiato architettura e ciò mi ha ispirato molto e spronato a guardare il design, le forme e l’estetica in modo più tecnico ed emozionale.
Il mio background etnico (Surinamese, cresciuto in Olanda) mi ha portato ad avere la volontà di colmare il divario tra persone, culture e credenze diverse. Tutto questo si è trasformato in “Filling Pieces”.
Da dove nasce la tua passione per il fashion?
Mia madre mi ha sempre invogliato a vestirmi bene e di occuparmi del mio aspetto e di come mi presentavo agli occhi delle persone. È proprio dalla mia giovane età che nasce la passione per la moda.
Qual è stato un notevole momento di svolta nella tua carriera?
Sicuramente il processo creativo e la realizzazione della nostra prima collezione di abbigliamento utile per poter diventare un marchio di moda globale invece che un marchio esclusivamente di calzature. Volevamo espandere la nostra visione su diversi prodotti e la scelta di entrare nel mondo del ready to wear ci è risultata molto organica.
Anche l’apertura del nostro primo negozio è stato un momento di grande rilievo.
Filling Pieces – First RTW Collection
Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Viaggiare, parlare con persone a me affini e voglia di continuare a innovare. Quando ho iniziato, Kanye West e Pharrell sono state le mie più grandi ispirazioni poiché hanno aperto la strada alla nicchia tra la moda di fascia alta e lo streetwear. Dal punto di vista del design invece , Le Corbusier e Mies van der Rohe mi ispirano molto anche nel quotidiano.
Quali sono i tuoi pezzi preferiti della collezione Fall Winter 20?
Sicuramente i Carabiner Heels (il nostro primo tacco da donna in assoluto) e i Western Boots, entrambi unici e molto spinti.
Quali sono, dal tuo punto di vista, gli aspetti più accattivanti di Filling Pieces e della sua storia?
Sicuramente il fatto di colmare un divario in tutto ciò che abbiamo sempre fatto e che stiamo facendo.
Pensi che i mocassini possano essere un nuovo must have nei prossimi anni nello streetwear?
Il mondo dei mocassini si sta espandendo sempre di più e vengono sempre più compresi e accettati dai consumatori più giovani. Ciò credo sia dovuto al fatto che il mercato sia mosso da un sentimento autentico e nostalgico nei confronti dei loro papà e nonni.
Filling Pieces era nella brand list di Colette durante gli anni d’oro del negozio. Com’è stato lavorare con uno tra i migliori e più creativi negozi multi-marca della storia?
È stato un sogno che è diventato realtà. Sarah Andelman e il suo team sono stati pionieri e leader globali… Sarò per sempre grato per il loro fondamentale supporto!
Tempo fa ero ad un party durante la Paris Fashion Week dove suonavi come DJ… Qual è il tuo rapporto con la musica e quanta influenza ha nel tuo lavoro?
La musica è tra le mie più grandi ispirazioni, poiché va di pari passo con la moda. Oltre a questo, la musica è in grado di collegare persone di mondi e credenze diverse, il che è di grande potere.
Sei senza dubbio uno dei pionieri del movimento fashion di Amsterdam a livello globale… Ne sei orgoglioso?
Molto orgoglioso! Siamo una seconda generazione dopo Patta che ha aperto la strada. I miei amici stretti di Daily Paper, Olaf Hussein e TNO stanno andando alla grande e ci sosteniamo calorosamente a vicenda.
Quanto tieni all’artigiano? Sbaglio o c’è molta attenzione alla qualità?
Tantissimo! La qualità è una delle risorse più importanti del nostro marchio.
Congratulazioni per l’apertura del flagship store ad Amsterdam, soprattutto perché è difficile credere nel successo di un negozio fisico in un momento così complicato dettato dalla pandemia Covid-19… Quali sono le tue previsioni riguardo all’esperienza di vendita al dettaglio?
Grazie! La vendita al dettaglio fisica va di pari passo con quella digitale e sono una combinazione importante. È stato difficile in un momento come questo celebrare appieno e trasmettere il nostro concept di vendita ai consumatori, ma speriamo presto di poter aprire e lanciare correttamente il concetto!
E’ stato comunque fantastico costruire finalmente uno spazio che respira il nostro DNA e la nostra estetica.
Come vedi il ruolo dei social media nel futuro dell’industria della moda e in particolare per quello dei marchi?
Di grande importanza, poiché i social media sono una delle principali estensioni della brand experience.
Il contenuto deve rimanere pertinente e attraente per i tuoi consumatori, quindi la sfida è rimanere al passo con i tuoi clienti.
Cosa deve avere un designer o un nuovo marchio per riuscire ad attirare l’attenzione su di sè?
Voglio fare un appello: siate originali e portate sul mercato qualcosa che non è ancora stato fatto.
Come vedi l’evoluzione della tua carriera in relazione a dove ti trovi attualmente?
Ogni giorno è una nuova avventura e un nuovo passo, ma sono molto grato per dove siamo e per cosa siamo diventati. Ad essere onesti però, abbiamo grandi ambizioni ed a volte ci sembra di aver appena iniziato!
Dove speri di vedere Filling Pieces nei prossimi cinque anni?
Il goal è quello di crescere, migliorare e farci conoscere sempre di più a livello globale. La visione e l’obiettivo del marchio saranno gli stessi di sempre ossia continuare ad ispirare e rinnovare nel nostro modo “Filling Pieces”, prendendo elementi di diversi domini nell’arte e trasformarli in capi d’abbigliamento.
CONTATTI
Instagram: @fillingpieces | @gsrnn
Sito Web: www.fillingpieces.com
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