A furia di picchiare duro finalmente li hanno sentiti. Dead Meat, è stato inserito tra i brand finalisti di ‘Who’s On The Next’ (evento promosso da Alta Roma, Pitti Immagine Uomo e Uomo Vogue). Sono diverse stagioni che Dead Meat, presenta cose belle, originali e spesso anche difficili da digerire. Il coraggio non è mai mancato, ma sono stati caparbi ad insistere sulla loro strada, spostando ‘l’asticella, il limite’ ogni volta di più, come mi ha confermato Vera, una dei designer del marchio con cui ho fatto 2 chiacchiere allo stand.
Spingere il limite, sempre più in la è difficile, perchè poi è difficile farsi seguire dai clienti e i buyer con progetti ricchi di fascino, ambiziosi, a volte anche presuntuosi: se sei troppo in la è difficile farsi raggiungere. Si rischia di andare troppo oltre. Ma è anche un modo, per farsi notare, uscire dalla mischia.
Dead Meat è anche una filosofia che accompagna il prodotto (intesa proprio come ‘pensiero filosofico’ con precise citazioni a filosofi e pensatori). Tutto ciò affascina, ma forse, a volte, spaventa e stizzisce, anche perchè spesso la filosofia non è capita e magari, non può o non lo deve nemmeno essere.
T-shirt a frac assolutamente originali, a coda di rondine sul retro (ma chi la mette poi? pochi, molto pochi, ma quei pochi con grande entusiasmo), le felpe a 4 braccia e altre geniali creazioni/provocazioni.
Ma alla fine sono qui, e hanno trovato la loro dimensione. Il marchio, ha definitivamente abbandonato (se mai l’avesse imboccata) la strada dei compromessi, del grande mercato di massa, per diventare un prodotto destinato a store di fascia alta e altissima.
Anche i grandi nomi (Luisaviaroma, Antonioli etc) li hanno notati ed ora sono anche finalisti a Who is On the Next.
Contiamo di far presto loro una intervista come si deve.
Intanto: complimenti ragazzi!
E voi godetevi questi scatti e questi pochi (e meravigliosi) pezzi.
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