L’ultimo status symbol del perfetto viaggiatore è oggigiorno costituito da valigie squadrate, in alluminio, a righe e ultimamente anche trasparenti. Come ha fatto il brand Rimowa a portare così in alto un prodotto come una valigia? Ma soprattutto, perchè sono ormai oggetto di culto?
Beh, se anche voi vi siete posti le stesse domande, di seguito troverete le risposte che cercate.
Sicuramente, sin dagli esordi, le valigie RIMOWA sono state una vera e propria rivoluzione per questo mercato, partendo dai materiali di cui sono composte, fino al design iconico che tutt’ora mantiene intatto.
Le leggendarie valigie dentate hanno un design senza tempo, eppure sono il risultato di una storia che ha alle spalle anni di studi e di ricerca.
Nel 1919 RIMOWA assiste alla nascita di un capolavoro tecnico che si imprimerà a lungo nella sua tradizione: il primo aereo passeggeri con fusoliera completamente metallica, il Junkers F13. La sua forma e il suo materiale ispireranno per sempre RIMOWA.
Difatti, come potete ben evincere dalla foto, il notevole aspetto dell’aereo F13, è stato in seguito trasformato nell’iconico design della valigia realizzata per la prima volta in assoluto, interamente in alluminio. Con questa novità, avvenne una vera e propria rivoluzione nella produzione di bagagli che scosse totalmente questo settore di mercato.
Dunque possiamo dedurre da qui che, esperienza e ambizione viaggiano su due binari assolutamente paralleli, ma se si riesce a trovare il modo di intersecarli, è li che nasce la definizione di eccellenza, ma soprattutto la costante aspirazione alla perfezione ed un chiaro impegno allo spasimo. Un impegno che non si assolve solo ponendosi requisiti elevati di qualità. Per un’azienda che è il fiore all’occhiello della “German Engineering”, ovvero la tecnologia tedesca, la qualità è scontata e questo è risaputo. Ma a quanto pare RIMOWA è riuscito sin dall’inizio ad andare oltre.
Di seguito queste sono state le domande che il brand si è posto: Cosa capita al primo uomo che raggiunge una vetta? O che fa il primo passo su un terreno ignoto? O ancora che varca i limiti della consuetudine?
Cercando continuamente risposte a queste domande, RIMOWA sceglie di non accontentarsi e decide di puntare a quella forma mentis intenzionata a creare qualcosa di speciale.
È così che l’artigianato diventa arte vera e propria.
Altrimenti come descrivere la perfetta interazione di oltre 200 componenti?
O il risultato di oltre 90 fasi di processo per unire la tecnologia più avanzata alla precisione dell’autentico lavoro manuale?
Cosa merita la nostra maggior attenzione? Ogni dettaglio.
Avere una chiara visione equivale anche ad avere uno sguardo più preciso. La ricerca dell’universale nel particolare. Che si tratti di ruote, maniglie o qualsiasi altro componente, per RIMOWA, studiare ogni dettaglio, non è semplice narcisistica pedanteria. E’ un’esigenza.
Il bagaglio, in breve tempo acquista risonanza soprattutto nell’alta società e si eleva a status symbol e oggetto di culto per tutto il jet set internazionale. E questo dura ancora oggi, quando RIMOWA decide di calcare il nuovo millennio con un’innovazione che cambierà tutto: Dieter Morszeck crea la prima serie di valigie in policarbonato, rivoluzionando di nuovo il settore. Il materiale, famoso per l’uso in aeronautica, presenta un’enorme resistenza a carichi ed urti.
Ecco come, inizia a farsi strada un nuovo modo di intendere la leggerezza. Le valigie RIMOWA risvegliano desideri in tutto il mondo di conseguenza l’internazionalizzazione dell’azienda è continua.
Ma a RIMOWA tutto questo ancora non basta e sente il bisogno di posizionarsi anche in una fetta di mercato molto più ampia.
Molti i progetti speciali, come capsule collection e pezzi unici: oltre alle limited edition realizzate in esclusiva per Lufthansa e Porsche, realizza anche anche quelle per l’UNICEF, la custodia per lo Stradivari del violinista David Garrett, oltre alla valigetta speciale per campioni di vino o addirittura per cellule staminali fino a quella per la conservazione delle specie su commissione del WWF. Notevole, ma in fondo oggi, tutto questo a chi interessa? Ai giovani no sicuramente.
Allora, perché il bagaglio RIMOWA è diventato oggetto di culto?
Di sicuro non per la sua leggerezza. Fonti certe assicurano che, riempiendo anche non del tutto, una valigia in alluminio di RIMOWA, potreste avere difficoltà a rimanere sotto il solito limite di 20kg che molte compagnie aeree impongono (se non ci credete, provate).
Tanto meno per il prezzo, dato che il modello in questione si aggira sugli 800€.
La risposta risale al 2016, quando la potenza del lusso francese Louis Vuitton Moët Hennessy ne acquistò la quota di maggioranza, su richiesta dell’allora ventiseienne Alexandre Arnault, il cui nonno, Bernard Arnault, è presidente e CEO di LVMH.
Per accaparrarsi quella fetta di mercato che tanto mancava a RIMOWA, il giovane Arnault, sotto le vesti di amministratore delegato del marchio, si è posto l’obiettivo di renderlo rilevante per la generazione di Instagram.
RIMOWA dunque, sceglie ancora una volta di non accontentarsi. E quale modo di migliore di farlo se non mirando alle pecore di turno?
E così, ecco che vediamo nascere un prodotto, frutto della collaborazione con due dei più noti e commerciali marchi streetwear. Signore e signori diamo il benvenuto alle collaborazioni RIMOWA x SUPREME o meglio ancora RIMOWA x OFF-WHITE, che propone una valigia totalmente trasparente per ridurre le tempistiche ai controlli di sicurezza. Una genialata eh, se non fosse che nel frattempo tutto il resto del mondo, in soli 2 minuti viene a conoscenza di quante mutande, preservativi o assorbenti ti porti dietro.
Ad ogni modo, da qui assistiamo ad un’ascesa fuori dal comune.
Oggigiorno infatti, se si trascorre un po’ di tempo negli aeroporti, o si guardano i vari post su Instagram, che siano di celebrità, influencers o ragazzini, probabilmente si può notare come queste valigie compaiano sempre più spesso.
Ma tutto questo, d’altro canto è pur sempre coerente con il tipo di demografia a cui si sono sempre rivolti: viaggiatori frequenti che sono in crescita verso l’alto, ma che non necessariamente viaggiano su un conto di spesa aziendale illimitata. Oppure sono semplicemente figli della generazione dei controsensi, cresciuti con la grande democratizzazione del viaggio e abituati a gironzolare per le strade, spesso ciottolose, per raggiungere il loro Airbnb e buttare li in un angolo il loro bagaglio a mano strapagato, il tutto dopo aver viaggiato in economy class.
Il viaggio quindi, è la nuova moneta e i millennial sono la forza trainante. Sono disposti a pagare per ostentare uno status symbols (che spesso non hanno) più che per un prodotto. Il problema è che ignorano il fatto che, per raggiungere uno status symbol bisogna avere anche un certo tipo di bagaglio, che però non si compone nè di ruote, nè di maniglie.
You might also like
More from Brands & Designers
Loro Piana accusata di non retribuire i suoi lavoratori indigeni in Perù
"Le nostre eccellenze": questa la value proposition che si trova sul sito ufficiale di Loro Piana alla sezione “viçuna”. E in effetti …
Donatella Versace e Dua Lipa: gli anni ’60 nella co-lab “La Vacanza”
Donatella Versace e Dua Lipa insieme per la Pre Fall 23 per celebrare l'estate italiana. La co-lab tra moda e …
Schiaparelli: il prêt-à-couture di Daniel Roseberry per la FW23
Arte e moda? Un connubio ben noto al più ampio pubblico, ma che ancora stride nel rapportarsi con la quotidianità, …