Anche la London Fashion Week è giunta al termine e in attesa della settimana della moda di Milano, abbiamo raggruppato per voi il best of delle sfilate londinesi per la stagione Autunno/Inverno 2019-20.
Nonostante il protagonista indiscusso di questa edizione sia stato Riccardo Tisci che per la prima volta si presenta in passerella alla guida creativa di Burberry (qui per la review), anche altri designers hanno lasciato il segno.
Tra le altre sfilate di spicco troviamo infatti Erdem e le sue eccentriche ereditiere o Christopher Kane con i abiti ultra femminili, ma soprattutto il forte attivismo tipico di Vivienne Westwood (qui per la review).
JW Anderson
Protagonisti della sfilata firmata JW Anderson sono stati decisamente i cappotti, progettati per avvolgere e cadere dal corpo e allo stesso tempo “meccanici” nella costruzione, in modo da poter essere indossati in modi totalmente diversi. Difatti, Anderson voleva che la sua donna fosse totalmente avvolta, dalla testa ai piedi. Come ci si può aspettare da un designer che ha ricevuto il premio per l’artigianato, troviamo grande affluenza di elementi fatti a mano, specialmente nei dettagli in maglia di tulle spessi che si intrecciano dentro e fuori dagli orli con una sensibilità simile alla couture. Tra gli accessori, elementi di spicco sono stati decisamente i cappelli da baseball in pelle, come descritti da Anderson stesso “appollaiati sopra la testa”.
Victoria Beckham
Anche questa volta, Victoria Beckham concentra la sua collezione sul tailoring. La sfilata, in streaming sugli schermi di Piccadilly Circus a Londra, ha presentato principalmente capi dal taglio minimal sui toni del beige, del nero, del rosso, del giallo e del blu. La ha anche deciso di porre l’accento sul colorblocking, esordendo con eccentrici set a due pezzi per la moderna donna d’affari, ma al tempo stesso amante della moda.
Christopher Kane
Christopher Kane e la sua collaboratrice creativa nonchè sorella Tammy hanno per una volta abbandonato il tema del feticismo per dare spazio ad una collezione a tema circo. Questa volta infatti, i protagonisti sono stati i palloncini, i lanciatori di cibo e le “signore liquide” ad essere protagoniste rappresentati sottoforma di abiti ultra femminili in raso con gonne stile “cupcake”. Altri abiti erano invece caratterizzati da pizzi, trasparenze, borchie o sacchetti, come sacche per trasfusioni di sangue e riempiti con liquidi colorati al neon.
Roksanda Ilincic
A caratterizzare la collezione AW19 di Roksanda Ilincic è un esplosione di colori e volumi di outfit sontuosi accostati ad altri invece piu mascolini. In parte couture, in parte comfort, le modelle sono stati avvolti in coperte simili a piumini gettate sulle spalla o legate intorno al collo. Come già visto, anche Ilincic propone, seppur in modo diverso, vestiti protettivi che e super avvolgerci come conforto a quell’insicurezza che il mondo sta provando ora.
Erdem
Sempre innamorato della donna eccentrica, per l’AW19, Erdem Moralioglu si ispira alla principessa Orietta Doria Pamphilj, un’ importante ereditiera romana che tornò a vivere a Londra, presso la sua casa ancestrale, il palazzo Doria Pamphilj, quando la sua famiglia decise di opporsi a Mussolini. L’interesse di Erdem per la principessa è stato innescato dalla questione dell’eredità, più precisamente dal “come proteggere e coltivare un’eredità storica, adattandola ai nostri giorni”.
Gli abiti infatti catturano svariate epoche, sintetizzando gli accenti degli Swinging Sixties di Londra e accostandoli all’imponenza degli anni Quaranta della couture romana. Ed è così che in passerella compaiono modelle vestite esattamente come la musa del designer. Jacquard di velluto, sete e damaschi floreali, gonne stampate con opere d’arte preziose del palazzo e abiti di cristallo ricamati con perle, sono completati da drammatici veli neri, gli stessi che la principessa, temendo di essere scoperta come un nemico dello stato, indossava per camuffarsi.
Emilia Wickstead
Ambientato in uno spazio piuttosto intimo come il ristorante Le Caprice di Londra, la collezione AW19 di Emilia Wickstead è stata impostata sulla colonna sonora di The Godfather e ha esplorato i temi di potere, tradizione, integrità e lealtà. E così come Mary Corleone, la musa di questa collezione, anche le modelle hanno sfilato in passerella con un cappelli tipici della tradizione siciliana dell’epoca. Wickstead, che si è trasferita in Italia da adolescente dalla natia Nuova Zelanda, ha riportato in auge il suo naturale apprezzamento per quell’austero rigore rinascimentale con le sue forme audaci e i suoi colori forti. Tutta la collezione infatti, è basata su motivi classici come un abito di lana marrone scuro che suggeriva le vesti da cameriere di un novizio o i velluti color rubino che evocavano un bagliore papale.
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