Riccardo Tisci torna ufficialmente in passerella. Da Burberry, per la precisione, lo storico marchio inglese per il quale è stato appuntato direttore creativo il 1 marzo 2018, dopo anni alla guida della maison francese Givenchy. E dallo stile della Ville Lumiere a quello made in UK, il passo non è certamente facile, specialmente se si tratta di due mondi estetici completamente diversi. Gradualmente, infatti, lo stilista tarantino si è fatto largo tra gli archivi dell’azienda, realizzando collezioni capsule, in cui ha reinterpretato alcuni capi-chiave, come l’impermeabile.
A Londra Tisci presenta la collezione autunno-inverno 2019 della maison fondata nel 1856 a Basingstoke, Regno Unito. La prima completamente sua. Anche se, a differenza di qualche suo omologo, non ne stravolge i codici, cercando di imporre il suo punto di vista. Piuttosto, enfatizza la storia del brand britannico aggiungendo la sua personalità, ben nota ai critici del settore.
Il British style, l’attualità politica – si veda alla voce Brexit – la generazione Z e i suoi strumenti, come i social network e le immagini che vi si condividono, sono le fonti di ispirazione per il creativo, le quali sono enfatizzate, soprattutto le ultime due, nella prima parte del défilé la quale strizza l’occhio all’abbigliamento sportivo. Ed è anche la parte meno coinvolgente dello show. Infatti Riccardo Tisci riesce a dare il meglio di sé quando si tratta di reinterpretare il gusto della capitale inglese, sopratutto per quanto riguarda il guardaroba maschile. Impeccabile. Non solo per i suoi trench, in cui immancabile è la nova check, la stampa storica del brand, famosa, discussa (e copiata) in tutto il mondo. Anche i dettagli in fur e pelle, infatti, fanno la differenza. La donna è sexy, sicura di sé. Il capospalla più interessante spetta a lei (foto n.2). Abbandona il look borghese e si inventa un’eleganza propria, la quale, tuttavia, non riesce a reggere il confronto con il menswear.
Pregi e difetti li hanno tutte le collezioni. Ovviamente. E non sarebbe arte se così non fosse. Quindi, al di là delle qualità o meno, bisogna ammettere che rispetto ad altre case di moda, le quali hanno vissuto di recente cambiamenti ai vertici, quella di Tisci è la prova meglio riuscita. Non solo a livello stilistico ma di rispetto verso chi lo ha preceduto da Burberry, senza però svilire il suo essere.
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