Il made in Italy oggi non va visto solo come un etichetta o un luogo fisico. Significa savoir faire. Per me è molto importante che in tutta la filiera vi siano persone pensanti, le quali realmente partecipano al progetto e non solo fisicamente. E gli italiani sono abili in questo.
C’è un mondo della moda in tumulto, che pare non si sappia bene quale direzione stia prendendo. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
Come si inserisce Covert all’interno del settore, anche a livello di posizionamento sul mercato?
Molti marchi prendo ispirazione dai social network e dalle cosiddette influencer: anche voi vi muovete seguendo questa linea oppure acquisite input provenienti da altri mondi?
Quali sono i progetti per il futuro di Covert?
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