Il mondo va avanti: Lady Gaga diventa attrice protagonista del film A star is born, da oggi nelle sale italiane. La principessa Eugenie d’Inghilterra si sposa e a Milano piove. In contemporanea, e in tutto il mondo, vi è ancora l’usanza oscena del fenomeno sociale delle spose bambine. Act N°1 ne ha riflettuto sulla collezione primavera-estate 2019, a seguito di una conoscenza personale del caso da parte di Galib Gassanoff, fondatore insieme a Luca Lin del brand, nato nel 2016 a Reggio Emilia.
Gali, originario della Georgia, ha assistito in prima persona a tanti matrimoni tra ragazzini all’interno della sua comunità Azera. Queste visioni – spesso taciute anche dai media internazionali – le ha tradotte in abiti, i quali si fanno portavoce di quelle tante (troppe) giovani impossibilitate a tirarsi indietro, a rifiutarsi. I motivi per cui la tragedia persiste sono due: la tradizione – è un’usanza tipica di molti paesi – e la volontà dei parenti. In particolare, la United Nations Population Fund ha stimato che almeno il diciassette per cento delle ragazze in Georgia si sposa prima dei diciotto anni.
Fashion è sinonimo di glamour, cocktail party, creatività, cultura ed è lo specchio della società. Peccato che ultimamente vengano riflessi solo i modi di vestire per strada della generazione z. In realtà, come dimostra la collezione di Act N°1 ci sarebbe ben altro da raccontare. Se infatti vi è la pretesa di definire la moda arte e medium, allora che lo sia anche per trasmettere messaggi importanti. Talvolta la retorica è necessaria.
Sulla passerella, durante la Settimana della Moda di Milano, i vincitori dell’edizione 2017 di Who is on next? portano pezzi di ispirazione etnica mescolati con elementi tradizionali degli abiti da sposa: capi di street-style, dai jeans destrutturati alle gonne in denim, dalle t-shirt fino alle felpe con cappuccio, sono contaminati da alcuni dettagli presi dagli abiti da cerimonia, come il tulle bianco ricamato, i colori pastello e candidi tessuti jacquard operati.
Luca e Galib, attraverso il loro brand – inserito dal numero di agosto 2108 di Vogue America tra gli otto nuovi brand che stanno ridisegnando la moda come la conosciamo oggi – metto in scena una cronaca esteticamente curata, patinata, ma profondamente drammatica.
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