Per chi se la fosse persa pubblichiamo anche online l’intervista uscita nel numero scorso di Wait al fenomeno italiano Minimarket-Nttl. Una sigla dalla quale sono piovuti i brand più caldi del momento e che stanno rivoluzionando la scena streetwear italiana.
La storia di Minimarket e di come questi ragazzi hanno costruito in un paio d’anni un brand, anzi una serie di brand di successo, sotto un unica sigla (NTTL) ha qualcosa di unico e miracoloso.
I negozi aperti uno via l’altro in tutta l’Italia, una serie di linee che nascono in successione e diventano best-seller in centinaia di negozi, la capacità di cogliere al volo ogni tendenza trasformandola in un progetto vero.
Quella di Minimarket è un esempio che dimostra come la forza delle idee, il tempismo e le intuizioni possono più di capitali e di strategie pianificate a tavolino.
Una delle storie più incredibili dell’urbanwear italiano si sta scrivendo nel periodo più difficile dell’economia del nostro paese.
Abbiamo voluto intervistare direttamente i ragazzi per capire come sono riusciti in questo piccolo capolavoro.
Partiamo dall’inizio di questa storia. Raccontatemi quando nasce di Minimarket.
Tutto nasce dall’incontro virtuale dei due soci, Filippo Lombardo e Davide Frappietri, avvenuto grazie ai social che oggi, non a caso, sono il maggiore mezzo di comunicazione tutt’ora utilizzato dalla nostra azienda.
E’ proprio su Facebook che Filippo nota la creazione di una t-shirt realizzata da Davide e decide di contattarlo.
Tanti brand sotto un’unica ‘sigla’, una crew e una società che si chiama NTTL. Ma cosa significa questo sigla, me lo potete svelare?
Not time to loose.
Quando avete capito che stava succedendo qualcosa di grosso?
Non lo abbiamo ancora capito.
Quanti negozi avete aperto fino ad oggi e quanti negli ultimi 12 mesi?
Ad oggi abbiamo 21 store Minimarket in tutta Italia, la media di una nuova apertura al mese.
Come capita a volte nella vita, spesso si fatica a convincere i primi e poi a seguire tutto diventa più semplice. E’ stata dura all’inizio?
E’ stata dura, durissima. Siamo partiti da zero, proprietari unicamente di un’idea sulla quale abbiamo puntato tutto mettendoci completamente in gioco (abbiamo dovuto posticipare l’apertura del nostro primo store di Rimini perché non avevamo i soldi per comprarci la cassa…).
Oggi per fortuna possiamo dire che è un po’ più facile. La fatica e l’impegno che non abbiamo mai smesso di dare sono stati ripagati velocemente dalla fiducia di chi ha creduto in noi mettendosi in gioco a sua volta e chiedendoci di poter seguire quello che abbiamo iniziato a costruire ed entrare a far parte nel progetto Minimarket_
Al contrario, oggi che tutti vi richiedono di aprire un Minimarket e vogliono i vostri prodotti, è facile dire no? In che modo accettate delle collaborazioni di franchising e quando rifiutate?
Non è mai facile dire di no, ma a volte è necessario. Le collaborazioni che fino ad oggi abbiamo sposato sono nate tutte dall’esplosione di un mix di ingredienti per noi fondamentali: positività, passione e sinergia. L’età media dei ragazzi che hanno aperto uno store Minimarket_ è di 22 anni, sono giovani che hanno voglia di riscattarsi da una società che in questo momento è in grado di offrire ben poco, hanno passione, hanno voglia di fare, hanno sogni. Ecco, se dovesse mancare tutto questo, i soldi non sarebbero sufficienti
Quanto conta il rapporto umano in quello che fate e quali sono le qualità fondamentali per essere nella vostra squadra?
Il rapporto umano è fondamentale. Il nostro staff, grazie al quale ora non potremmo essere quello che siamo, è il motore dell’azienda. Persone che credono in noi e nella nostra realtà e con cui c’è un reciproco rapporto di stima e fiducia.
Come è possibile in tempo di crisi avere oggi una crescita di questo tipo?
Con una totale dedizione al proprio progetto.
Quali sono ad oggi le linee che avete lanciato? C’è qualche linea in prossima uscita di cui mi volete anticipare?
Ad oggi la N.T.T.L. SRL è proprietaria e distributrice di sette differenti brand: Minimarket_, BetPet, NAIS, L’idea di Sara, M.U.T.I., ZEN e Poeti Rock.
A breve uscirà anche una nuova bomba, Criminal Brothers, presentata in anteprima in occasione del prossimo evento Pitti a gennaio.
Non c’è il rischio di montarsi la testa e perdere il contatto con la realtà?
Il contatto con la realtà forse lo abbiamo già perso da tempo… da quando abbiamo deciso di inseguire il nostro sogno. Le nostre teste però non si sono ancora montate, non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo!
Innanzitutto: come fate a cogliere i trend?
Ricerca, intuizione, passione, uno staff eccellente e il non porsi alcun limite perché da tutto si può trarre ispirazione.
Uno dei vostri segreti è stato quello di essere sempre attenti e veloci nel cogliere nella aria mode e tendenze e nel passare dall’idea al prodotto finito in tempo velocissimo.
E qui che c’è un altro lato dell’importanza del made in italy : la possibilità di produrre sul territorio, di seguire la produzione personalmente e la possibilità di poter avere il prodotto tra le mani dopo pochi giorni averlo concepito…. Immaginiamo se produceste in CIia quanto ci mettereste a ricevere riassortimenti, campionari e tutto il resto.
Esatto. E’ questo che ci consente non solo di passare in breve tempo dalla bozza di un’idea alla realizzazione del capo, ma di mantenere una realtà estremamente dinamica e veloce e, come noi amiamo definirci, contemporanea. A volte possiamo sembrare circondati dal caos, ma stiamo solo viaggiando di pari passo con la moda e le tendenze che, solitamente, non amano i ritardatari.
Minimarket e la copie. Ho visto che spesso tantissime vostri prodotti sono stati copiati. Cosa pensate quanto vedete ‘fotocopiato’ un vostro prodotto e come vi tutelate?
In queste situazioni sarebbe forse opportuno mantenere una certa diplomazia, ma non è il nostro caso. Dato il sangue caldo che scorre nelle nostre vene non possiamo e non vogliamo essere politicamente corretti di fronte a situazioni di plagio. Non siamo i tipi che credono alle frasi fatte tipo “Tante copie, tanto onore”, noi crediamo in altre cose, quelle vere, quelle che possono fare moda, quelle che ci hanno permesso di creare un vero e proprio Stile.
Si tratta di creatività, idee nuove, di rivisitazione PERSONALE… Beh, abbiamo constatato che non tutti ce l’hanno.
Per fortuna però possiamo vantare clienti che sanno riconoscere l’originalità del capo e ci premiano continuando a sceglierci.
Un altro grande merito che vi attribuisco e quello di cogliere al volo le tendenze, ma di riuscire a elaborarle in maniera vostra e assolutamente personale. Non c’è nulla che sia copiato ma è tutto molto originale, e molto ‘minimarket’…. In cosa consiste il gusto ‘minimarket e la vostra impronta?
Come hai già detto tu nella domanda, Minimarket ha creato il suo Stile.
Quest’estate ha iniziato a scoppiare in giro per l’europa la febbre della stampa allover a sublimazione, in particolare su felpa. Voi nel giro di 2 mesi siete riusciti a uscire con una collezione di nome MUTI, che ha lasciato tutti a bocca aperta e che costava la metà di molti altri brand. Avete voglia di raccontarmi come avete fatto?
Uno staff preparatissimo che riesce a mettere subito in pratica le nostre intuizioni e le nostre richieste, richiedendo sempre il 100% in ogni singola fase che accompagna il capo dall’ideazione alla messa sul mercato.
Se vuoi essere vincente, non puoi far sì che una cosa escluda l’altra. Devi contemporaneamente mantenere i più elevati standard di produzione, la qualità dei materiali utilizzati e un ottimo prezzo.
Nttl e il rap . Ho la sensazione che anche qui avete centrato un altro obiettivo. Abbiamo vissuto gli anni 90 e i primi 2000 con i miti dei calciatori e le veline.
Calciatori che erano modelli di stile e facevano vendere i capi. Modelli lontani spesso dalla realtà e dalle persone vere. Oggi per fortuna nella moda non se li fila quasi più nessuno. I calciatori continuino a incantare all’interno negli stadi. Invece a quanto pare il mondo hip-hop è diventato il motore dello stile urban. Persone seguitissime, con tanti fan, ma allo stesso tempo più vere e che il pubblico sente più vicine.
Mi sbaglio? Come è nato e cresciuto questo rapporto con il mondo del rap?
Il rap è la nostra passione, da sempre. Prima lo seguivamo e guardavamo i nostri miti solamente con occhi di fan poi, quando si è presentata la possibilità di incontrare alcune delle persone facenti parte del panorama del rap italiano, si è scatenata subito una forte sinergia.
La moda e la musica sono entrambe due forme d’arte che parlano alla gente, in maniera semplice e diretta.
Molti cercano di attingere dal mondo della strada per trarre ispirazione, noi invece ci sentiamo parte della strada proprio come lo è l’hip-hop
Minimarket e Guè Pequeno. Come è nato l’incontro e il feeling e come è partita l’idea di sviluppare la linea Zen assieme?
Molto facile. Non poteva essere diversamente per noi.
Quando abbiamo avuto l’occasione di incontrare personalmente Cosimo Fini abbiamo capito all’istante che era il testimonial che stavamo cercando. Il suo stile, l’icona che rappresenta nel mondo della musica e la sua personalità, oltre al suo amore viscerale per la moda, non ci hanno lasciato dubbi. Così, tra un pranzo e qualche bottiglia di Shampo di troppo, è stato facile entrare in sintonia. Dopo solo un mese eravamo soci della linea ZEN che a 60 gg. dalla sua uscita ha già superato i 20.000 capi. Questo successo è merito della collaborazione di tre eccellenze: Minimarket, Cosimo Fini e Giorgio Di Salvo.
Ed già pronta la nuova collezione P/E 2014 che sarà presentata al Pitti di gennaio.
So che oggi supportate anche giovani fenomeni rap/hip hop che stanno facendo strada. E’ vero che avete prodotto anche un video? Quali sono i giovani più promettenti della scena?
Mi fate il nome di un cantante che ci stupirà prossimamente?
Ci sono un sacco di nuove promesse, tra queste anche molte nostre amicizie e proprio per non fare torto a nessuno non facciamo nomi, certi che avrete modo di conoscerli molto presto anche da soli.
Cosa vorreste che fosse NTTL/Minimarket tra 5 anni e dove sognereste di trovarvi tra 10 anni?
Continuare ad essere quello che siamo, perfezionandoci, migliorando, ma senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
Abbiamo fame e ambizione da vendere, queste sono le doti migliori e non ci diamo né traguardi né limiti.
Il nostro motore è il business solo se intriso di passione, perciò tra 10 anni potresti anche trovarci dall’altra parte del mondo a vender piadine se questo ci facesse star bene.
Un sogno nel cassetto personale al di fuori del mondo della moda?
Un sogno alla volta, lasciateci il tempo di svegliarci da questo.
Sempre in giro per l’italia, ad aprire un nuovo negozio dietro l’altro o a dare vita a un evento. Non vi ho mai visto fare una vacanza negli ultimi 2 anni. Mi sbaglio? A quando e dove un po’ di meritato riposo?
Hai ragione… ma se non considerassimo e non vivessimo questa bellissima avventura come fosse già una specie di vacanza, ora non saremmo qui.
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