Riceviamo e pubblichiamo.
“Ciao Wait, sono un negozio indipendente italiano che con grandissima fatica di questi tempi mixa streetwear di livello e fashion di ricerca.
Purtroppo la notizia è che dopo che gli store come il mio hanno contribuito al lancio delle Blazer, queste sono state bruciate dopo 2 stagioni di ottimo lavoro dalle grandi catene. Le abbiamo viste nei Footlocker in super sconto ben prima dell’inizio dei saldi e ora tra i miei clienti non le vuole più nessuno. Con grande impegno i negozi come il mio, hanno subito il colpo e hanno puntato sulle Roshe Run, adottate come il loro nuovo amore. Dopo aver seminato, la scorsa stagione stagione, al momento di raccogliere i frutti ecco le scarpe piovono a sorpresa nei Footlocker. Ti allego immagine scattata con il mio cellulare.
Mi chiedo che senso abbia, dove sia la programmazione e il rispetto verso chi semina e spende forze in ogni giorno raccontando i prodotti con poesia e preparazione dopo attenta ricerca. “
Raccogliamo e sottoscriviamo.
Il grande merito di Nike, sicuramente l’azienda streetwear n.1 al mondo è quella di sapersi imporre a più livelli, ed essere presente contemporaneamente negli iper-mercati, negli store specializzati in attrezzatura tecnica, nelle grandi catene e negli store indipendenti, che oggi fanno ‘cultura’ e ricerca. Dando a ognuno il suo prodotto, a seconda del livello di ricercatezza, di ‘limitatezza’, di caratteristiche tecniche. Forse nessun brand al mondo ci è mai riuscito così bene.
Massimo rispetto per i Footlocker che fanno il loro lavoro, ma se non si sapranno sostenere i negozi che fanno ricerca e cultura, rimarrano solo in piedi le multinazionali a scannarsi tra loro a suon di sconti e di pubblicità su canale cinque.
Sono sempre i più deboli a prenderlo nel culo e questo è un dato di fatto. Fino a quando prima di morire non si riuniranno a ‘fare sistema’. Un sistema che già in maniera tacita c’è. Che accoglie e adotta trend, che in fondo non ha rappresentanti ufficiale, e che al momento di sedersi al tavolo a fare trattative e ordini non è invitato all’appuntamento. Anche perchè il biglietto d’invito non si sa a chi mandarlo.
Personalmente ho assistito incredulo, nella mia città dove ho un negozio, alle pile di Blazer Vintage scontate già a maggio a 59 euro.
La grande distribuzione ha messo in cascina migliaia di paia di scarpe (centinaia di migliaia) per bruciare un modello in pochi mesi.
Anche Wait ha creduto nel nuovo trend scandinavo e abbiamo sottolineato come le Roshe per noi erano il futuro.
Ma la storia insegna è che se un prodotto e sovra-prodotto, che lo si trova ovunque, e in vetrine meno ricercate, se lo mettono tutti, e poi lo si sconta, gli si toglie valore e lo si fa passare di moda in maniera anticipata. Un’abbuffata oggi, e domani digiuno. Fottiamo oggi e domani, chi vivrà vedrà.
La beffa è che in Italia, molti modelli di Nike, tramite l’intermediazione distributiva vengono venduti a prezzo più alto agli store indipendenti rispetto all’estero. Ora, nel paese più bastonato dalle tasse e con l’iva più alta, le scarpe escono a un prezzo più alto di Germania, e molti altri paesi.I clienti pensano che i negozi siano i ‘soliti ladri’ e non immaginano che, oltre ad avere una pressione fiscale insostenibile, le comprano a prezzo maggiorato.
In un mondo globale dove il pubblico ormai compra online, i negozianti si ritrovano a far provare le scarpe nei negozi ai clienti, che dicono ‘ci penso’ e corrono a casa a ordinarle su Caliroots a 20-30 euro in meno.
Purtroppo quando si bruceranno e fotteranno tutti gli ultimi store, la cultura street non troverà più linfa vitale. I trend moriranno e i trend-setter andranno a comprarsi le scarpe online o all’estero durante un viaggio, non certo tra i fustini dei detersivi e gli assorbenti intimi.
Sembra un problema sciocco, ma invece è l’indice della chiusura in Italia di migliaia di negozi indipendenti multimarca, che non ce la fanno più, un tessuto sociale unico della storica economica del paese. Un mondo che muore, per la crisi, e che molte aziende stanno contribuendo ad ammazzare nel momento di maggior debolezza chi in fondo ha dato loro linfa vitale.
Profonda amarezza.
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