A più di tre anni dalla morte del leggendario designer Azzedine Alaïa, il timone della casa francese del gruppo Richemont ha trovato finalmente la sua guida. Pieter Mulier, è stato nominato direttore creativo di maison Alaïa appena qualche giorno fa. Ma noi cosa sappiamo di lui e del suo background?
Non sarà più di tanto il suo profilo accademico con laurea in architettura a renderli onore, quanto uno stage da Raf Simons nel 2002 e il fatto che la sua figura è stata per circa due decenni affiancata a quella del designer. Mulier è stato il suo compagno di viaggio, il suo braccio destro nei successi dell’epoca, dal Belgio fino alla direzione di Jil Sander nel 2005, poi Dior fino al 2015 e infine Calvin Klein.
Mulier è anche apparso al suo fianco nel finale dell’ultima sfilata di Calvin Klein dopo due anni di direzione creativa, come ancor prima in “Dior and I” di Frédéric Tcheng. Nel documentario, che racconta le otto settimane che hanno preceduto la prima collezione couture di Raf Simons nel 2012, Pieter sembra donare un’immensa luce al lavoro del designer.
Il loro rapporto si è professionalmente interrotto quando Miuccia Prada ha scelto Raf al suo fianco, per la direzione della casa di moda. Ma perché Mulier non lo ha seguito dopo anni e anni di mentorship? Da una parte possiamo presupporre che Miuccia Prada ha sempre svolto il suo lavoro singolarmente, ed è già una grande novità vederla insieme a Raf come co-direttrice, dall’altra sarebbe stato difficile per Pieter Mulier proseguire il percorso.
Ma probabilmente ora vi starete chiedendo… con un passato nell’ombra di un altro designer, perché è stato scelto dai piani alti come successore dell’intramontabile Azzedine? Bisognerebbe forse pensare che a volte le cose accadono semplicemente nel momento giusto e come ha affermato con orgoglio Raf Simons: “Pieter è pronto da molto tempo”.
Il marchio Alaïa per tre lunghi anni è stato portato avanti dalla famiglia dello stilista scomparso, che hanno per lo più lavorato sulla sola eredità del designer, tra esposizioni, eventi e vecchi bozzetti, ma niente più. Quindi non è stato difficile per Mulier trovare la sua strada, dacché il designer è molto stimato nel fashion system, inoltre Mulier ha dichiarato più volte di rivedersi nell’estetica dello storico couturier Alaïa. Come il suo predecessore, il nuovo direttore creativo si definisce un perfezionista e un devota verso l’arte, ha una visione a 360 gradi sul mondo, cerca di guardare sempre oltre e quando deve creare lo deve fare con dedizione e tempo.
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